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."andando sopra" hai rotto il velo dell'illusione, mi pare si dice così in ambiti teosofici
ciao Cane Randagio
non so. non conosco ambienti teosofici. per la verita' lessi qualcosa tanti anni fa di krishnamurti e a parte che io un po' mi perdo leggendolo perche francamente mi sembra che non arrivi mai al punto, ma sopratutto questo approccio cosi' verboso non fa per me. gia' io di mio sono super analitico se non mi do un freno, con tutti i chili di parole (con tutto il rispetto intendiamoci) dopo un po mi ritrovo nel regno della critica della ragion pura lol. -
Davide S. C..
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Qual è il motivo per cui si dice che i Bodhisattva rinunciano temporaneamente al Nirvana per la loro infinita Compassione? Restano nel Samsara per aiutare gli altri.
ciao Davide, grazie per la suggestione. ad essere sincero non ci avevo mai pensato o meglio, non mi sono nemmeno mai posto il problema del perche' i buddha rinuncino al nirvana, in effetti
io parlo per me ovviamente, e sono non solo certo, ma piu' che certo, che la motivazione, nel caso che ho citato, e' molto meno nobile della 'compassione' e ben piu 'prosaica' o in un certo senso 'umana'
ho notato che come la pratica procede, quando si 'stabilizza' un punto di osservazione, il punto di osservazione essendo punto di osservazione... osserva e non fa null'altro
pero' questo non e' il 'normale' modo a cui, io per lo meno, sono abituato a funzionare. e pertanto porta delle conseguenze
tutto porta delle conseguenze. tutto e' azione e reazione. causa ed effetto
e la conseguenza nel caso specifico e' che da un lato si osservano gli stimoli che naturalmente arrivano come e' normale che sia, vivendo, esperendo la vita reale, si osservano poi le interpretazioni di tali stimoli che arrivano e anche li ci puo stare ma non ci si identifica come normalmente avviene con tali interpretazioni
poi si osserva (e parlo sempre per me) che le interpretazioni si basano sull'immagine di cio' che si vorrebbe essere. le interpretazioni degli stimoli esterni, chiamiamoli filtri, in relazione all'immagine idealizzata definiscono (in condizioni normali) l'agire (ma sarebbe piu appropriato definirlo il 're-agire'). provare dolore per allontanarsi da cio che 'non piace' o provare piacere per avvicinarsi a cio che piace
non essendo pero quello in essere il punto di osservazione 'normale' sto meccanismo dopo un po' s'inceppa
tutto va bene cosi' com'e' e questo significa ovviamente che non c'e' alcuna direzione (o per lo meno io non l'ho percepita)
e se non c'e' direzione io personalmente mi trovo davanti ad un bivio.
da un lato spostare il 'punto di osservazione' in territori decisamente piu' consueti (cosa che alla fine ho fatto)
dall'altro mantenersi quieti, silenziosi ed inclusivi come prima e osservare la 'perdita di una direzione' e la paura che essa genera. per poi osservare in definitiva il desiderio di controllo sul fluire delle cose che definisce un interno ed un esterno
di qui in avanti io non sono piu in grado di andare, semplicemente pensando o facendo riferimento al mio vissuto
e quando Frantore ad alcune mie righe in un precedente intervento scrive:CITAZIONEDipende solo da te.
io capisco immediatamente (magari fraintendendo alla grande), in stile 'zen' e quindi un po' succinto e criptico due cose: uno. se non provi non lo saprai mai. due. qualunque sia il punto di osservazione, agire o non agire rimane una scelta tua
Io credo di aver capito la questione in questi termini (se sbaglio dimmelo): lo stato in cui ti trovavi aveva degli aspetti diciamo così “piacevoli”: la tranquilla beatitudine, la perdita di desideri fastidiosi. Però… veniva a mancare qualunque motivazione. E ciò tanto bello non è…
Perché? Perché la perdita di un senso non dà alcuna gioia, per quanto tranquilla possa essere. È quietismo, apatia.
Per questo ti indicavo la compassione come possibile via di uscita. Perché tu hai usato una sola delle due ali dell’illuminazione: hai usato la Vacuità. Ma la vacuità da sola (senza compassione) porta al nichilismo.
Credo che senza una motivazione profonda e che si percepisce come bella, giusta, nobile, si perde l’entusiasmo di vivere. Alcuni conservano tale entusiasmo anche con motivazioni superficiali (“dei” minori), ma senza motivazioni non c’è proprio gusto!
Ognuno ha un suo “dio”: tu ti sei ritrovato senza alcun dio…e hai sentito il rischio di naufragare.. -
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Il theravadin sembra vacuo, ma e' in "punizione" per salire di importanza in India. C'e' sempre il lieto fine, non si rimane buddisti in eterno. . -
.Il theravadin sembra vacuo, ma e' in "punizione" per salire di importanza in India. C'e' sempre il lieto fine, non si rimane buddisti in eterno.
Parvatah. -
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I commenti di g_andrini sono dei kōan: chi riesca a comprenderne il senso perviene al risveglio . -
.Il theravadin sembra vacuo, ma e' in "punizione" per salire di importanza in India. C'e' sempre il lieto fine, non si rimane buddisti in eterno.
Certo !!! Niente può concettualizzare il Risveglio ..... -
.Francesco, comprendo perfettamente quello e cosa Ti e successo. Da lì si comprende realizzando cos'è il Samsara, "vedendo" senza dubbi che ogni cosa accade per cause e condizioni da noi poste e che gli avvenimenti non hanno una valenza ma bensì sono indicazioni della direzione da seguire. Quindi non sarà difficile "vedere" quale indicazione Ti stanno dando gli avvenimenti che hai citato. Gli argomenti che emergono sono la sofferenza e l'amore e Compassione, argomenti che saranno per logica compresi illuminando il Sentiero, facendoTi sorgere le domande nella dinamicità della pratica di liberazione ... sarebbe per me prezioso ed una gioia poter parlare con Te ... GRAZIE
ciao MarPa
grazie per l'intervento, mi avete dato parecchi suggerimenti che sto rileggendo diverse volte
cosi' do modo all'intuizione di sgranare (a mia insaputa lol.. sembra una battuta ma.. non lo e' proprio per niente) quei frammenti di quanto avete scritto che si incastrano nel modo 'giusto' nel quadro che ho descritto
nessun problema per parlare direttamente, solo c'e' da organizzarsi sull'orario perche' come accennato inizialmente non vivo in italia e c'e' un fuso orario di 7 ore. quando vuoi mandami un pm. -
."andando sopra" hai rotto il velo dell'illusione, mi pare si dice così in ambiti teosofici
ciao Cane Randagio
non so. non conosco ambienti teosofici. per la verita' lessi qualcosa tanti anni fa di krishnamurti e a parte che io un po' mi perdo leggendolo perche francamente mi sembra che non arrivi mai al punto, ma sopratutto questo approccio cosi' verboso non fa per me. gia' io di mio sono super analitico se non mi do un freno, con tutti i chili di parole (con tutto il rispetto intendiamoci) dopo un po mi ritrovo nel regno della critica della ragion pura lol
di Krishnamurti non ho letto niente, ma i manuali della baily sono particolari, anni fa mi immersi in questi testi e qualcosa ricordo ancora. scusate l'OT. -
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Tuttavia, tornando alla tua domanda, io penso che tutto sia relativo.
Perché nulla è importante? come ti ho detto precedentemente, "hai rotto il velo dell' illusione".
Cosa rimane di importante? Dipende dal tuo stato, se sei in quello stato niente è importante! non credo ci sia niente di assoluto. Sono modi di essere.
Se sei in quello stato dove niente è importante, è così, se riesci a viverla buon per te ma bisogna fare i conti con le cose che ci danno da mangiare.
Non credo sia fattibile stare in quello stato e lavorare bene per portare a casa la pagnotta. Renderebbe le cose difficili.. -
Davide S. C..
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E soprattutto, pensare che niente è importante è deprimente (oltre che sbagliato, a mio avviso!)
Come spesso ho sostenuto in alcuni dialoghi con Ruhan, bisogna capire qual è il proprio “centro”, i propri inalienabili valori.. -
.E soprattutto, pensare che niente è importante è deprimente (oltre che sbagliato, a mio avviso!)
Come spesso ho sostenuto in alcuni dialoghi con Ruhan, bisogna capire qual è il proprio “centro”, i propri inalienabili valori.
È deprimente PER TE(perché i tuoi valori ti fanno vedere quel punto di vista come tale).
È sbagliato PER TE(almeno qui hai scritto "a mio avviso").
"Bisogna capire il centro bla bla" SECONDO TE.
Io ad esempio trovo assolutamente deprimente tutta la tua impostazione.
La trovo anche sbagliata nelle sue pretese, ma questo è oggettivo dato che ha pretese universali che non sai giustificare e ogni volta che ti ho chiesto di farlo hai scelto momentaneamente la via del relativismo("scelgo i miei valori e basta") per poi tornare puntualmente dopo poco al tuo vago universalismo non giustificato.
E infine, sinceramente, non capisco perché si debba decidere UN centro. Che utilità pratica avrebbe? È semplicemente impossibile seguire UN SOLO centro in ogni condizione. Spesso le persone hanno inalienabili valori(un gruppo di tendenze o credenze che per motivi personali non possono eliminare), ma che si contraddicono tra loro e che non hanno nessuna coerenza interna. Capita a tutti e di continuo. Anche a te nel corso della tua permanenza su questo forum.. -
Davide S. C..
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Mettiamola così : io esprimo il punto in cui sono giunte le mie personali ricerche. Chi ha una mentalità simile alla mia potrebbe avere interesse a quello che dico, gli altri ovviamente no. . -
.Mettiamola così : io esprimo il punto in cui sono giunte le mie personali ricerche. Chi ha una mentalità simile alla mia potrebbe avere interesse a quello che dico, gli altri ovviamente no.
Io le chiamerei "tendenze", "esperienze assolutamente personali" e non "ricerche". Quest'ultimo termine ha una pretesa di oggettività che mi pare tu stesso abbia negato in passato(dicesti che i tuoi valori - compresa la questione del "centro" - sono stati da te semplicemente "scelti").
Per la seconda parte di frase sono ovviamente d'accordo. Lo stesso dicasi per le visioni altrui.. -
Davide S. C..
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Ti ringrazio della attenzione che presti davvero ai tuoi interlocutori, perché sono colpito che ricordi così bene le nostre discussioni.
Io insisto col termine “ricerche” nonostante quello che giustamente affermi perché il fatto di dover scegliere è stato da me dimostrato (a me stesso) mediante ragionamenti.
In sostanza:
Ragionamenti/esperienze>>>>convinzione-dimostrazione della necessità di un centro>>>>scelta del proprio centro (motivata). -
.Ti ringrazio della attenzione che presti davvero ai tuoi interlocutori, perché sono colpito che ricordi così bene le nostre discussioni.
Io insisto col termine “ricerche” nonostante quello che giustamente affermi perché il fatto di dover scegliere è stato da me dimostrato (a me stesso) mediante ragionamenti.
In sostanza:
Ragionamenti/esperienze>>>>convinzione-dimostrazione della necessità di un centro>>>>scelta del proprio centro (motivata)
Sono solito leggere bene il mio interlocutore per non rischiare di fraintenderlo. Tutto qua
Anche tu ricordi spesso quello ci siamo detti, quindi ricambio il ringraziamento.
In ogni caso. Se per ragionamenti intendi che 1) hai riflettuto su cosa - in base alle tue esperienze personali - fosse meglio per te e 2) hai dimostrato a te stesso che per te fosse più congeniale(necessaria per te) quella prospettiva e infine 3) hai scelto il tuo "centro" in base alle tue necessità, allora ottimo. È quello che mi dicesti già in passato.
A questo punto credo che con il termine "ricerche"(tu) e "tendenze"(io) stiamo dicendo la stessa cosa solo in due forme diverse..