Non attaccamento al sé e psicometria

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    CITAZIONE (Animale Da Foresta (reload) @ 14/4/2022, 20:18) 
    ma se non c'è un sè, dove sta il problema? Quando gli attori hanno recitato la loro parte, ognuno ritorna alla propria casa.

    Evidentemente non è così immediata e palese la non esistenza del sè,bisogna fare uno sforzo immane per avere la consapevolezza della sua non esistenza, ci puoi arrivare a concepirlo con le parole, ma metterlo in pratica non è poi così scontato.
     
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    Poi bisogna vedere cosa intendi per non esistenza del sè...
    Se intendi che non esiste affatto o se intendi che non esiste così come lo percepiamo comunemente.
     
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    CITAZIONE (**Destiny** @ 14/4/2022, 18:13) 
    CITAZIONE (• INNER • FIRE • @ 13/4/2022, 15:53) 
    La via ascetica è proprio la via che Buddha Shakyamuni, ritenendola inesaustiva, ha indicato di non intraprendere, a favore della "via di mezzo" dove alla rinuncia si preferisce l'equilibrio.

    Nonostante ciò esistono ancora sentieri all' interno della via buddhista che danno enfasi alla rinuncia, è vero.

    Ma in realtà esistono 3 approcci. Identificati gli oggetti di avversione e desiderio che portano a sviluppare "qualità" negative e impediscono lo sviluppo di quelle positive si può:

    1- allontanarsi da essi in modo da eliminare gli ostacoli (sentiero ascetico)

    2- convivere con essi allenando la capacità di avere un approccio sano-neutrale ad essi.(sentiero di accettazione)

    3- riconoscere la natura dei desideri e della avversione (si riconosce che in realtà ciò che si desidera è la felicità e la cessazione della sofferenza e non gli oggetti) e si indirizzano, desiderio verso ciò che è positivo e avversione verso ciò che è negativo.(sentiero di trasformazione)

    Questi 3 aspetti esistono a prescindere dalla religione - filosofia - dharma a cui si fa' riferimento.
    Alcuni sentieri prevedono per loro tradizione un solo approccio, ma non è il caso nè del Buddhismo nè del Sanatana Dharma in generale, dove questi aspetti coesistono anche se sviluppati spesso in scuole differenti.

    In realtà quello che nel mito Siddharta avrebbe rifiutato non è l'ascetismo in generale, ma l'ascetismo estremo, quello costituito dalle penitenze corporali. La Via di Mezzo del Buddha è comunque una via di rinuncia (quindi una via ascetica), essendo una via monastica che prevede il celibato, il fatto di non poter mangiare dopo mezzogiorno, etc etc.

    Ciao Destiny, tu ritieni che la Via di Mezzo sia percorribile solo all'interno di un sentiero monastico?
    Secondo me l'aspetto ascetico non è necessariamente parte del percorso buddhista, quanto piuttosto lo è un cambio profondo dell'approccio agli oggetti di desiderio e avversione... il modo con cui si affronta può cambiare senza perdere la sua essenza.
     
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  4. Davide S. C.
     
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    Se ami una persona hai avversione per ciò che la danneggia, attaccamento per ciò che la rende felice. Perciò eliminare del tutto attaccamenti e avversioni significa smettere di amare (apatia).


    (Poi ovviamente questi attaccamenti possono essere più o meno esacerbati da eccesso di emotività ma questo è un altro discorso)
     
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    CITAZIONE (Davide S. C. @ 15/4/2022, 11:19) 
    Se ami una persona hai avversione per ciò che la danneggia, attaccamento per ciò che la rende felice. Perciò eliminare del tutto attaccamenti e avversioni significa smettere di amare (apatia).


    (Poi ovviamente questi attaccamenti possono essere più o meno esacerbati da eccesso di emotività ma questo è un altro discorso)

    È proprio l'attaccamento alle cose belle della vita che fa maggiormente soffrire, se ami una persona e non vuoi che soffra gli insegni il non attaccamento che non è apatia, ma la consapevolezza che come ogni cosa bella che ti succede, non può durare quindi te ne devi staccare e la devi trattare con la giusta considerazione,cioè quella cosa non è niente e non aggiunge niente alla tua felicità.

    Edited by Non. Io - 15/4/2022, 12:12
     
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    CITAZIONE (Davide S. C. @ 15/4/2022, 11:19) 
    Se ami una persona hai avversione per ciò che la danneggia, attaccamento per ciò che la rende felice. Perciò eliminare del tutto attaccamenti e avversioni significa smettere di amare (apatia).


    (Poi ovviamente questi attaccamenti possono essere più o meno esacerbati da eccesso di emotività ma questo è un altro discorso)

    Questo è il concetto che dai tu dell'amore, ma anche se fosse così non esiste solo l'amore, esiste anche la gioia compartecipe; lo spettro dell'emozioni che possiamo provare è variegato, possiamo essere benevoli e compassionevoli senza provare attaccamento verso quello oggetto o quella persona. Il problema si pone quando non diamo possibilità a noi stessi di cercare una soluzione, diamo per scontato che l'amore comporti attaccamento ed avversione e quindi perpetriamo gli stessi modelli di comportamento che ci stanno portanto alla catastrofe.
    Tu affermi:"Eliminare del tutto attaccamenti e avversione significa smettere di amare (apatia)" l'hai provato personalmente? Sei riuscito ad eliminare tutti gli attaccamnti e le avversioni? Non puoi affermarlo con certezza se non l'hai provato personalmente, non hanno fondamenta sull'esperienza diretta e quindi ci credi per fede, perchè così dicono o è scritto da qualche parte. Personalmente non ho mai creduto a nulla cecamente se non ha riscontro nella vita di tutti i giorni.
     
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    CITAZIONE (• INNER • FIRE • @ 15/4/2022, 08:00) 
    CITAZIONE (**Destiny** @ 14/4/2022, 18:13) 
    In realtà quello che nel mito Siddharta avrebbe rifiutato non è l'ascetismo in generale, ma l'ascetismo estremo, quello costituito dalle penitenze corporali. La Via di Mezzo del Buddha è comunque una via di rinuncia (quindi una via ascetica), essendo una via monastica che prevede il celibato, il fatto di non poter mangiare dopo mezzogiorno, etc etc.

    Ciao Destiny, tu ritieni che la Via di Mezzo sia percorribile solo all'interno di un sentiero monastico?
    Secondo me l'aspetto ascetico non è necessariamente parte del percorso buddhista, quanto piuttosto lo è un cambio profondo dell'approccio agli oggetti di desiderio e avversione... il modo con cui si affronta può cambiare senza perdere la sua essenza.

    Il sentiero monastico è un mezzo non un fine, esso aiuta a percorre la via ascetica senza raggiungere gli estremi della mortificazione del corpo, ti aiuta a focalizzarti su ciò che è più utile al raggiungimento di ciò che viene chiamato nirvana (ovviamente questo vale per chi crede che gli insegnamenti del Buddha siano validi); però confermo che la rinuncia è parte essenziale della pratica, come puoi dire di essere libero da un oggetto o da una persona se non ha mai provato a vivere senza di esso/a? Come posso affermare di poter vivere senza soldi se continua a farne uso? La differenza che c'è tra queste due condizioni è la stessa che c'è tra il fiume e l'oceano.
     
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  8. Davide S. C.
     
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    CITAZIONE (Denomico @ 15/4/2022, 12:32) 
    CITAZIONE (Davide S. C. @ 15/4/2022, 11:19) 
    Se ami una persona hai avversione per ciò che la danneggia, attaccamento per ciò che la rende felice. Perciò eliminare del tutto attaccamenti e avversioni significa smettere di amare (apatia).


    (Poi ovviamente questi attaccamenti possono essere più o meno esacerbati da eccesso di emotività ma questo è un altro discorso)

    Questo è il concetto che dai tu dell'amore, ma anche se fosse così non esiste solo l'amore, esiste anche la gioia compartecipe; lo spettro dell'emozioni che possiamo provare è variegato, possiamo essere benevoli e compassionevoli senza provare attaccamento verso quello oggetto o quella persona. Il problema si pone quando non diamo possibilità a noi stessi di cercare una soluzione, diamo per scontato che l'amore comporti attaccamento ed avversione e quindi perpetriamo gli stessi modelli di comportamento che ci stanno portanto alla catastrofe.
    Tu affermi:"Eliminare del tutto attaccamenti e avversione significa smettere di amare (apatia)" l'hai provato personalmente? Sei riuscito ad eliminare tutti gli attaccamnti e le avversioni? Non puoi affermarlo con certezza se non l'hai provato personalmente, non hanno fondamenta sull'esperienza diretta e quindi ci credi per fede, perchè così dicono o è scritto da qualche parte. Personalmente non ho mai creduto a nulla cecamente se non ha riscontro nella vita di tutti i giorni.

    Non so se tu hai figli. Se vedi un’auto che sta per mettere sotto tuo figlio non cerchi disperatamente di spostarlo (avversione per l’auto) e di salvarlo (attaccamento alla sua vita)?
     
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    Lo farei con qualsiasi persona fosse in pericolo, non solo con chi mi è caro. E in quel momento non avrei tempo per provare avversione verso l'auto, il mio pensiero è focalizzato sull'aiutare, il resto è solo un peso inutile. Probabilmente se non ci riuscissi e facessero del male a quella persona sicuramente non resterei indifferente, ma poi bisogna capire le dinamiche dell'incidente. Non credo che mentre cerchi di salvare tuo figlio pensi "Odio quell'auto".
    Aiutare qualcuno in difficoltà non è sinonimo di attaccamento alla vita altrui, penso che ognuno abbia diritto a vivere e se si ha il potere di aiutare qualcuno non bisogna tirarsi indietro, questo è il mio modo di pensare. Non vale solo per le persone, vale per ogni essere, se vedo un moscerino che sta affoganto lo aiuto perchè questo è ciò che sono. Pensare in modo troppo complicato non aiuta ad agire nella maniera più semplice ed efficace.
     
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    CITAZIONE (Davide S. C. @ 15/4/2022, 13:03) 
    CITAZIONE (Denomico @ 15/4/2022, 12:32) 
    Questo è il concetto che dai tu dell'amore, ma anche se fosse così non esiste solo l'amore, esiste anche la gioia compartecipe; lo spettro dell'emozioni che possiamo provare è variegato, possiamo essere benevoli e compassionevoli senza provare attaccamento verso quello oggetto o quella persona. Il problema si pone quando non diamo possibilità a noi stessi di cercare una soluzione, diamo per scontato che l'amore comporti attaccamento ed avversione e quindi perpetriamo gli stessi modelli di comportamento che ci stanno portanto alla catastrofe.
    Tu affermi:"Eliminare del tutto attaccamenti e avversione significa smettere di amare (apatia)" l'hai provato personalmente? Sei riuscito ad eliminare tutti gli attaccamnti e le avversioni? Non puoi affermarlo con certezza se non l'hai provato personalmente, non hanno fondamenta sull'esperienza diretta e quindi ci credi per fede, perchè così dicono o è scritto da qualche parte. Personalmente non ho mai creduto a nulla cecamente se non ha riscontro nella vita di tutti i giorni.

    Non so se tu hai figli. Se vedi un’auto che sta per mettere sotto tuo figlio non cerchi disperatamente di spostarlo (avversione per l’auto) e di salvarlo (attaccamento alla sua vita)?

    Non confondere attaccamento alla vita con istinto di sopravvivenza, l'attaccamento alla vita è quando a mente fredda soffri al pensiero di dover lasciare questo mondo.
     
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  11. Davide S. C.
     
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    Questione di definizioni…
     
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    CITAZIONE (Davide S. C. @ 15/4/2022, 11:19) 
    Se ami una persona hai avversione per ciò che la danneggia, attaccamento per ciò che la rende felice. Perciò eliminare del tutto attaccamenti e avversioni significa smettere di amare (apatia).


    (Poi ovviamente questi attaccamenti possono essere più o meno esacerbati da eccesso di emotività ma questo è un altro discorso)

    C'è una grande differenza tra desiderare qualcosa ed avere attaccamento verso di essa.
    Se lo scopo fosse non desiderare nulla sarebbe apatia...
    Ma questo è un grosso fraintendimento...

    Nell'esempio che hai fatto tu della macchina ad esempio:

    Visione comune:
    Odio la macchina (e l'autista), amo mio figlio. Metto tutti i mezzi affinché possa salvarlo. Se non riesco soffro maledettamente.

    Visione apatica:
    Non mi frega niente di nulla...
    Come và và...

    Visione ideale:
    Amo mio figlio, non provo nulla per la macchina o per l'autista.
    Metto tutti i mezzi affinché possa salvarlo. Se non riesco non soffro, non perchè non mi interessa la cosa, ma perchè accetto la realtà quale essa è, senza oppormi mentalmente e inutilmente ad essa generando a causa della ignoranza avversione verso ciò che è, e attaccamento verso ciò che non può essere...
     
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  13. Davide S. C.
     
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    Ma io non credo che avversione implichi odio nei testi buddhisti: è solo il processo per cui non accettiamo e desideriamo liberarci da qualcosa…
    Occorrerebbe a questo punto davvero dare una definizione condivisa di attaccamento e di avversione altrimenti diciamo cose diverse…
     
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    Per come la vedo io, la visione che tutto dovrebbe starci indifferente senza provocarci nessuna emozione è fuorviante.
    Detto da un Lama buddhista: i desideri sono importantissimi perchè sono l'energia per fare le cose...

    Desiderare ciò che non posso realizzare e non accettare di non poterlo realizzare, per me questo è attaccamento.
    Volere fuggire da ciò cui non si può fuggire, per me questa è la avversione da eliminare.

    Come potrei desiderare la felicità di tutti gli esseri, senza desideri?
    Come potrei riconoscere come negativo il samsara senza avversione?

    Desiderio e avversione secondo me fanno parte dell' essere umano, e sono importantissimi, ma la versione di essi da eliminare è quella che nasce dall'ignoranza. Quella che ti porta a desiderare o essere avverso alle cose sbagliate.
    Quali sono le cose giuste? Quelle che ti portano alla felicità.
    Quali sono le cose sbagliate? Quelle che ti portano alla sofferenza.
     
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    Il desiderio è a sua volta frutto dell'ignoranza, intesa come incapacità di comprendere la realtà e primo dei quattro difetti mentali. Proprio perché noi non comprendiamo la vera natura della realtà, ci attacchiamo ai fenomeni che, secondo il Buddhismo, non sono altro che proiezioni della nostra mente.
     
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