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Davide S. C..
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Scrive Oliver Sacks:
“ Al principio degli anni Cinquanta, alcuni ricercatori del laboratorio di Donald Hebb, alla McGill University, pianificarono il primo studio sperimentale di isolamento percettivo prolungato (all’epoca si chiamava così: il termine «deprivazione sensoriale» entrò in uso soltanto in seguito). (…) i suoi colleghi indagarono questo fenomeno su quattordici studenti che rimasero rinchiusi in piccole celle insonorizzate per diversi giorni (con la sola eccezione di brevi intervalli durante i quali uscivano per consumare i pasti e usare la toilette), indossando guanti e protezioni di cartone per ridurre le sensazioni tattili e occhiali protettivi translucidi che lasciavano percepire soltanto le differenze fra luce e buio. Inizialmente i soggetti sottoposti al test tendevano ad addormentarsi, ma poi, al risveglio, subentrava la noia, ed essi avevano un forte desiderio di stimolazione – una stimolazione che non era disponibile nell’ambiente impoverito e monotono nel quale si trovavano. A questo punto, cominciava l’autostimolazione di vario tipo: giochi mentali, conteggi, fantasie e, prima o poi, allucinazioni visive – di solito in «progressione», da quelle più semplici a quelle più complesse, come descrissero Bexton et al.”
Se avrete allucinazioni nei ritiri vypassana sappiamo perché!🙂. -
.Scrive Oliver Sacks:
“ Al principio degli anni Cinquanta, alcuni ricercatori del laboratorio di Donald Hebb, alla McGill University, pianificarono il primo studio sperimentale di isolamento percettivo prolungato (all’epoca si chiamava così: il termine «deprivazione sensoriale» entrò in uso soltanto in seguito). (…) i suoi colleghi indagarono questo fenomeno su quattordici studenti che rimasero rinchiusi in piccole celle insonorizzate per diversi giorni...
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Se avrete allucinazioni nei ritiri vypassana sappiamo perché!🙂
ciao Davide
i risultati dello studio non mi sorprendono per niente, direi che e' normale, financo fisiologico. (anche se un campione di 14 ragazzi e' un filo ridotto per non dire chiaramente irrilevante da un punto di vista statistico. ma credo che se anziche' 14 fossero stati 14.000 l'esito sarebbe stato simile)
al di la di questo, parlando per me ovviamente che non sono mai stato ad un 'ritiro vyppasana' (e non mi dispiace l'idea) ma nel mio piccolo ho fatto le mie esperienze in tal senso, la meditazione vyppasana (per quel che ho capito io magari sbagliando) e' l'esatto opposto della 'deprivazione sensoriale'
e' 'attenzione sensoriale'
gravata dal fatto che dev'essere auspicabilmente 'passiva' (cosa a cui normalmente non siamo abituati e pertanto, almeno inizialmente, piuttosto faticosa)
quindi l'accostamento alla deprivazione sensoriale a me sembra un tantinello azzardato
senza contare che il contesto e' del tutto differente ed il contesto, dato un soggetto e una funzione, ne determina il significato (in termini piu' prosaici... e' del tutto ovvio che un ragazzo in 'deprivazione sensoriale' per qualche giorno cominci a fare l'unica cosa che puo' fare.. ovvero... far viaggiare il cervello)
i miei due centesimi. -
Davide S. C..
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Si può essere: io non ho mai fatto un ritiro vypassana ma ho sentito parlare di ritiri in totale silenzio per giorni (deprivazione uditiva) e/o ritiri al buio. . -
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Ok, nemmeno io sono stato ad un ritiro spirituale "vipassana".
Però anche a me sembra un pò incongruo il paragone con l'esperimento dell'università canadese.
Agli studenti in deprivazione sensoriale (guanti e occhiali traslucidi...?!?
) probabilmente non fu data alcuna indicazione su come passare il tempo, mentre ai partecipanti al ritiro qualcosa verrà pur detto...la meditazione vipassana non la si inventa.
Poi, che qualche partecipante ai ritiri, esca un pò fuori di testa...questo è senz'altro possibile, ma probabilmente perchè ha visto cose di sè che era meglio non frugare.
Edited by Frantore - 2/5/2022, 09:38. -
Davide S. C..
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Sì beh il mio non era un paragone, era solo una sorta di avviso: se dovesse succedervi qualche allucinazione in questi ritiri, la causa potrebbe essere questa…ma sempre meglio comunque riferire al proprio medico (e al proprio maestro di meditazione) . -
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Ciao Davide. Ho praticato occasionalmente la meditazione vipassana e potrei definirla come un esercizio di concentrazione. Quella che tu chiami "deprivazione sensoriale" è, in realtà, il tentativo di facilitare questa concentrazione togliendo possibili ostacoli alla concentrazione. Più il praticante è inesperto e minori dovranno essere le potenziali fonti di distrazione.
Farei un parallelismo con chi cerca di studiare un libro. Chi ha una capacità di concentrazione claudicante cercherà di deprivare i suoi sensi di altri stimoli che non sarebbe in grado di "tacitare" con quel meccanismo che chiamiamo "concentrazione mentale".
Detto altrimenti, se riuscissi a fare vipassana con una radiolina accesa saresti un campione di vipassana, non "uno scarso".
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Davide S. C..
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Ciao Grazie del tuo contributo
Io sono per nulla esperto di vypassana. -
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"A questo punto, cominciava l’autostimolazione di vario tipo: giochi mentali, conteggi, fantasie e, prima o poi, allucinazioni visive "
questo vagare spontaneo della mente è proprio ciò che la meditazione vipassana tende a placare, con la concentrazione unica sul "tocco del respiro".
L'intenzione è quello di rendere la mente più sensibile alle percezioni non grossolane.
Credo che Goenka (morto qualche anno fa) si possa ritenere uno dei maggiori esperti nel campo.
qui Goenka all'ONU che propone la meditazione vipassana per la pace nel mondo
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Davide S. C..
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Davvero interessante, e il maestro ispira fiducia . -
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Su youtube ci stanno anche i discorsi tenuti nei corsi di 10 gg.
(primo giorno)
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Ritiri vypassana e fenomeni neurologici |
