Antologia filosofica

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  1. Davide S. C.
     
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    Piccola nota storica: le persecuzioni della Chiesa furono orribili e vergognose. Ma non dobbiamo far passare sempre per degli angioletti i perseguitati. Molti eretici compirono violenze, e tra le altre la dottrina catara conteneva in sé una buona dose di pericolo: vietati i rapporti sessuali, bello lasciarsi morire di fame….
     
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    I catari vietavano i rapporti sessuali unicamente al proprio "clero", i "perfetti". Esattamente come la Chiesa con i preti cattolici attuali. Il divieto non si estendeva affatto ai normali fedeli laici.


    Per quanto riguarda l'Endura (la pratica da te citata che consisteva nel lasciarsi morire di fame o freddo) non è mai stata imposta o consigliata né al clero cataro né tantomeno ai semplici fedeli.

    Fu una pratica estrema, ma limitata a pochi personaggi (in una zona geografica altrettanto limitata) che sceglievano una via di carattere eremitico. In questo furono del tutto simili ai vari eremiti della prima cristianità. Se il catarismo fosse passato, semplicemente, si sarebbe affermata una generale normalizzazione che avrebbe sradicato la tendenza eremitica, a favore di quella cenobitica. Cosa che, tra l'altro, stava già avvenendo al tempo della Crociata contro i catari: questi ultimi si stavano de-radicalizzando per opera del legame che stavano intessendo con le élite dei villaggi e borghi di quelle zone.

    Gli scontri tra eresie e ortodossie furono scontri assieme politici e religiosi. I catari furono soffocati, prima ancora che per la loro fede, perché le élite del Sud della Francia stavano rivendicando — ancor più che in passato — autonomia politica e giuridica dal clero cattolico e dal Re francese, proprio legandosi al nuovo clero cataro.

    Idem per altre eresie. Una lotta tra segmenti sociali e politici che — chiaramente — si esprimeva anche in senso bellico o violento, come è normale che sia. Non per nulla, il punto di non ritorno — per i catari — fu l'attentato che essi (in combutta con le élite cittadine) operarono contro la persona di un legato pontificio. Ma questo attentato si inseriva in una generale scia di violenze da parte della Chiesa. Non esiste giusto o sbagliato. Non fu malvagia né la Chiesa (che faceva i propri interessi) né i catari: si trattò di una semplice guerra politica e sociale, intessuta di elementi religiosi (come oggi avviene con quelli "ideologici").

    Edited by Ruhan - 10/11/2022, 14:43
     
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    Ecco cose che ignoravo completamente dalla prima all'ultima quindi grazie mille :)
     
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  4. Davide S. C.
     
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    CITAZIONE (Ruhan @ 10/11/2022, 14:31) 
    I catari vietavano i rapporti sessuali unicamente al proprio "clero", i "perfetti". Esattamente come la Chiesa con i preti cattolici attuali. Il divieto non si estendeva affatto ai normali fedeli laici.


    Per quanto riguarda l'Endura (la pratica da te citata che consisteva nel lasciarsi morire di fame o freddo) non è mai stata imposta o consigliata né al clero cataro né tantomeno ai semplici fedeli.

    Fu una pratica estrema, ma limitata a pochi personaggi (in una zona geografica altrettanto limitata) che sceglievano una via di carattere eremitico. In questo furono del tutto simili ai vari eremiti della prima cristianità. Se il catarismo fosse passato, semplicemente, si sarebbe affermata una generale normalizzazione che avrebbe sradicato la tendenza eremitica, a favore di quella cenobitica. Cosa che, tra l'altro, stava già avvenendo al tempo della Crociata contro i catari: questi ultimi si stavano de-radicalizzando per opera del legame che stavano intessendo con le élite dei villaggi e borghi di quelle zone.

    Gli scontri tra eresie e ortodossie furono scontri assieme politici e religiosi. I catari furono soffocati, prima ancora che per la loro fede, perché le élite del Sud della Francia stavano rivendicando — ancor più che in passato — autonomia politica e giuridica dal clero cattolico e dal Re francese, proprio legandosi al nuovo clero cataro.

    Idem per altre eresie. Una lotta tra segmenti sociali e politici che — chiaramente — si esprimeva anche in senso bellico o violento, come è normale che sia. Non per nulla, il punto di non ritorno — per i catari — fu l'attentato che essi (in combutta con le élite cittadine) operarono contro la persona di un legato pontificio. Ma questo attentato si inseriva in una generale scia di violenze da parte della Chiesa. Non esiste giusto o sbagliato. Non fu malvagia né la Chiesa (che faceva i propri interessi) né i catari: si trattò di una semplice guerra politica e sociale, intessuta di elementi religiosi (come oggi avviene con quelli "ideologici").

    Molto interessante. Grazie!
     
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    Figurati! Grazie ad entrambi.
     
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  6. Davide S. C.
     
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    CITAZIONE
    Probabilmente l’esperienza più profonda a cui si può accedere direttamente negli stati olotropici è l’identificazione con il Vuoto Sovracosmico e Metacosmico (dal sanscrito sunyata), il Vuoto primordiale e il Nulla che è consapevole di se stesso. Il Vuoto ha una natura paradossale; è un vacuum, in quanto privo di forma concreta, ma è anche un plenum, poiché sembra contenere in potenza tutto il creato.

    CITAZIONE
    “Il materialismo monistico è la corrente filosofica principale della scienza occidentale. Varie discipline scientifiche hanno descritto la storia dell’universo come la storia dello sviluppo della materia e hanno accettato come reale solo quello che si può misurare o quantificare. La vita, la coscienza e l’intelligenza sono visti più o meno come sottoprodotti accidentali dei processi materiali. I fisici, i biologi e i chimici riconoscono l’esistenza di dimensioni della realtà che non sono accessibili ai nostri sensi, ma studiano solo quelle che hanno una natura fisica, e che si possono esplorare con strumenti che rappresentano l’estensione dei nostri sensi, come i microscopi, i telescopi e altri speciali mezzi di registrazione. In un universo così configurato, non c’è posto per alcun tipo di spiritualità. L’esistenza di Dio, l’idea che ci siano dimensioni invisibili di realtà abitate da esseri immateriali, la possibilità che la coscienza sopravviva dopo la morte, il concetto di reincarnazione e di karma sono stati relegati nei libri di fiabe o nei manuali di psichiatria. Da un punto di vista psichiatrico, prendere sul serio queste cose equivale a essere ignoranti, inconsapevoli delle scoperte della scienza, superstiziosi e soggetti al pensiero magico primitivo. Se a credere in un dio o in una dea è una persona intelligente, la cosa è vista come il segno che non ha ancora rielaborato le immagini infantili dei genitori come esseri onnipotenti. E le esperienze dirette di realtà spirituali sono considerate come manifestazioni di gravi malattie mentali: le psicosi. Lo studio degli stati olotropici ha gettato nuova luce sul problema della spiritualità e della religione. La chiave di questa nuova comprensione sta nella scoperta che in questi stati è possibile confrontarsi con molteplici esperienze che sono molto simili a quelle che hanno ispirato le grandi religioni del mondo: visioni di Dio e di vari esseri divini o demoniaci, incontri con entità incorporee, episodi di morte e rinascita psicospirituale, visite all’Inferno e al Paradiso, esperienze di vite passate e molte altre. La ricerca moderna ha dimostrato, al di là di ogni dubbio, che queste esperienze non sono il prodotto di processi patologici a carico del cervello, ma manifestazioni di materiale archetipico proveniente dall’inconscio collettivo e, di conseguenza, sono fattori normali ed essenziali della psiche umana. Questi elementi mitici sono ontologicamente reali, hanno un’esistenza oggettiva, anche se vi si accede per via intrapsichica, durante un processo di introspezione e di autoesplorazione esperienziale. Gli junghiani definiscono questo livello immaginale, per distinguere le esperienze transpersonali dai prodotti immaginari della fantasia individuale e dalla psicopatologia. Henri Corbin, lo studioso, filosofo e mistico francese che ha usato per primo il termine mundus imaginalis, ha tratto questo concetto dallo studio della letteratura mistica islamica (Corbin, 2000). I teosofi islamici chiamano “mondo immaginale” quel luogo dove ogni cosa che esiste nel mondo sensoriale ha il suo analogo, ‘alam al-mithal, o “l’ottavo clima”, per distinguerlo dai “sette climi”, ovvero le regioni della geografia islamica tradizionale. Il mondo immaginale ha un’estensione, ha dimensioni, forme e colori, ma questi non sono percepibili ai nostri sensi come se fossero proprietà di oggetti fisici. Tuttavia questo mondo è del tutto ontologicamente reale ed è soggetto alla conferma unanime degli altri, così come il mondo materiale che viene percepito dagli organi di senso. Tenendo conto di queste osservazioni, la feroce battaglia che la scienza e la religione hanno combattuto negli ultimi secoli appare ridicola e inutile. Una scienza e una religione autentiche non sono in competizione per lo stesso territorio; esse rappresentano due approcci all’esistenza che sono complementari e non alternativi. La scienza studia i fenomeni del mondo materiale, il regno del misurabile e del quantificabile, mentre la spiritualità e la religione pura traggono la loro ispirazione dalla conoscenza esperienziale del mondo immaginale, per come si manifesta negli stati olotropici di coscienza. Il conflitto apparente fra religione e scienza risente di un reciproco equivoco di base. Come ha precisato Ken Wilber, non può esserci un conflitto possibile fra scienza e religione se questi due campi sono compresi e praticati nel modo corretto. Se c’è un conflitto, siamo chiaramente di fronte a una “falsa scienza” e a una “falsa religione”.”

    CITAZIONE
    Un aspetto stupefacente delle esperienze transpersonali che si verificano negli stati olotropici di vario tipo consiste nel fatto che il loro contenuto può derivare dalle mitologie di tutte le culture del mondo, comprese quelle di cui l’individuo non ha alcuna conoscenza intellettuale. C.G. Jung lo ha dimostrato per i sogni e per le esperienze psicotiche dei suoi pazienti e, sulla base delle sue osservazioni, ha compreso che la psiche umana non ha accesso soltanto all’inconscio individuale freudiano, ma anche all’inconscio collettivo, una sorta di magazzino dell’intera eredità culturale dell’umanità. La conoscenza della mitologia comparata rappresenta qualcosa di più di un semplice interesse personale o di un esercizio accademico. È una guida utile e importante per chiunque abbia a che fare con la terapia esperienziale e con l’autoesplorazione, ed è uno strumento indispensabile per chi li sostiene e li accompagna in questi viaggi (Grof, 2006a e b).

    S. Grof. C. Groff Respirazione olotropica
     
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  7. Davide S. C.
     
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    CITAZIONE
    Ora c'è una legge segnata nel punto più oscuro del libro della vita ed è questa: se voi guardate una cosa novecentonovantanove volte voi siete perfettamente a posto; ma se la si osserva la millesima volta, si può andare incontro all'orribile rischio di vederla per la prima volta.

    G. K. Chesterton Il Napoleone di Notting Hill
    Trad. Gian Dauli
     
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    Probabilmente l’esperienza più profonda a cui si può accedere direttamente negli stati olotropici è l’identificazione con il Vuoto Sovracosmico e Metacosmico (dal sanscrito sunyata), il Vuoto primordiale e il Nulla che è consapevole di se stesso. Il Vuoto ha una natura paradossale; è un vacuum, in quanto privo di forma concreta, ma è anche un plenum, poiché sembra contenere in potenza tutto il creato

    Visione assolutamente scorretta di cosa sia Sunyata. Sunyata non è un nulla o vuoto primordiale carico di potenzialità. Non c'entra niente. Non esiste nessuna possibilità di parallelismo tra questi due concetti.

    Quello che viene descritto qui, al massimo, può somigliare a certa letteratura daoista. Ma con il buddhismo, non ha niente a che fare (parlo della cit. qui da me quotata).
     
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  9. Davide S. C.
     
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    CITAZIONE (Ruhan @ 17/12/2022, 19:00) 
    CITAZIONE
    Probabilmente l’esperienza più profonda a cui si può accedere direttamente negli stati olotropici è l’identificazione con il Vuoto Sovracosmico e Metacosmico (dal sanscrito sunyata), il Vuoto primordiale e il Nulla che è consapevole di se stesso. Il Vuoto ha una natura paradossale; è un vacuum, in quanto privo di forma concreta, ma è anche un plenum, poiché sembra contenere in potenza tutto il creato

    Visione assolutamente scorretta di cosa sia Sunyata. Sunyata non è un nulla o vuoto primordiale carico di potenzialità. Non c'entra niente. Non esiste nessuna possibilità di parallelismo tra questi due concetti.

    Quello che viene descritto qui, al massimo, può somigliare a certa letteratura daoista. Ma con il buddhismo, non ha niente a che fare (parlo della cit. qui da me quotata).

    Sì, lui fa una sorta di riassunto (credo) delle esperienze dei suoi pazienti sottoposti a questo tipo di pratica respiratoria. E forse riassume anche le sue esperienze con l’Lsd.
     
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    CITAZIONE (Davide S. C. @ 17/12/2022, 19:29) 
    CITAZIONE (Ruhan @ 17/12/2022, 19:00) 
    Visione assolutamente scorretta di cosa sia Sunyata. Sunyata non è un nulla o vuoto primordiale carico di potenzialità. Non c'entra niente. Non esiste nessuna possibilità di parallelismo tra questi due concetti.

    Quello che viene descritto qui, al massimo, può somigliare a certa letteratura daoista. Ma con il buddhismo, non ha niente a che fare (parlo della cit. qui da me quotata).

    Sì, lui fa una sorta di riassunto (credo) delle esperienze dei suoi pazienti sottoposti a questo tipo di pratica respiratoria. E forse riassume anche le sue esperienze con l’Lsd.

    Credo faccia un parallelismo indebito basato sulla tanta cattiva letteratura a proposito del concetto di vacuità.

    Questo, chiaramente, non mette in discussione il valore delle esperienze registrate.

    La sua visione del mondo immaginale è molto vicina a certe concezioni interne al mondo della magia, in particolare il filone che procedette da maghi quali Israel Regardie (lui era anche psicoterapeuta) o W.E. Butler. Uno degli eredi contemporanei più conosciuti di questo modo di vedere le questioni magiche è Alan Moore (anche lui mago; a breve deve uscire un suo fumetto/libro a riguardo che noialtri attendiamo da quasi un decennio).

    Edited by Ruhan - 17/12/2022, 19:48
     
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  11. Davide S. C.
     
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    Aggiungo alla lista di libri da leggere!
     
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    CITAZIONE (Davide S. C. @ 17/12/2022, 19:43) 
    Aggiungo alla lista di libri da leggere!

    https://en.m.wikipedia.org/wiki/The_Moon_a...r_Book_of_Magic

    Eccolo. Per farti un'idea.


    È un filone molto affascinante, perché rende virtualmente possibile (come ha fatto, in effetti, Alan Moore) l'abbandono di tutto quel ciarpame pseudoscientifico ottocentesco che ha intaccato e intacca il buon nome della tradizione magica occidentale (parlo di tutto il filone legato a supposte "energie" mai ben definite o al cosiddetto magnetismo animale). La magia, la mistica etc. interpretate come potenze immaginali. Poi, per chi crede, si potrà andar oltre e vedere quel mondo immaginale come in grado di influire sulla realtà (Schopenhauer ne era convinto, ad esempio, seppur in modo diverso; affermava che il mago fosse in grado — per via del suo potente volere — di influire sulla Volontà pre-rapprensentazione e, di conseguenza, influire sulla rapprentazione stessa per via indiretta). Ma è un salto successivo. Quel che conta, almeno per me, è dare una dignità filosofica a questioni di questo genere e quella del mondo immaginale è un'ottima soluzione. Poi che questo mondo immaginale abbia effetti reali o sia solo un "fatto" puramente psicologico, dipende dalle credenze di ognuno. Ma rimane una visione (aldilà delle differenti conseguenze tratte) che getta una luce anche antropologica su certi fenomeni.

    P.s. parlo di mistica in senso largo; è del tutto ininfluente che questa si leghi o no ad un ipotetico "Dio" abramiticamente inteso.
     
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    QUOTE (Ruhan @ 12/17/2022, 07:00 PM) 
    QUOTE
    Probabilmente l’esperienza più profonda a cui si può accedere direttamente negli stati olotropici è l’identificazione con il Vuoto Sovracosmico e Metacosmico (dal sanscrito sunyata), il Vuoto primordiale e il Nulla che è consapevole di se stesso. Il Vuoto ha una natura paradossale; è un vacuum, in quanto privo di forma concreta, ma è anche un plenum, poiché sembra contenere in potenza tutto il creato

    Visione assolutamente scorretta di cosa sia Sunyata. Sunyata non è un nulla o vuoto primordiale carico di potenzialità. Non c'entra niente. Non esiste nessuna possibilità di parallelismo tra questi due concetti.

    Quello che viene descritto qui, al massimo, può somigliare a certa letteratura daoista. Ma con il buddhismo, non ha niente a che fare (parlo della cit. qui da me quotata).

    Ovviamente sono inorridito appena comparsa la citazione ma la sezione è "cultura occidentale". Ho pensato giusto tacere perché pur leggendo due stupidaggini ogni tre righe mi pare evidente che in un certo senso sia fuori contesto. E' chiaro che se questo non rende corrette tesi sbagliate anche se una piccola elasticità (da cui siamo ampiamente fuori) è ammissibile ma ecco, speravo che lo dicessi tu come poi hai fatto.
     
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  14. Davide S. C.
     
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    Non so, sicuramente è distante dal Vuoto dei Prajnaparamita Sutra, ma non so se sia poi così distante dalla Sunyata dello Dzogchen….
     
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  15. Davide S. C.
     
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    CITAZIONE
    Poi, per chi crede, si potrà andar oltre e vedere quel mondo immaginale come in grado di influire sulla realtà (Schopenhauer ne era convinto, ad esempio, seppur in modo diverso; affermava che il mago fosse in grado — per via del suo potente volere — di influire sulla Volontà pre-rapprensentazione e, di conseguenza, influire sulla rapprentazione stessa per via indiretta)

    Non conoscevo questo aspetto di Schopenhauer…affascinante. Ho la sensazione che non sia un mondo con cui “scherzare” troppo…
     
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