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Mi trovo abbastanza d'accordo con questi ultimi messaggi tranne per un paio di cose:
Più che "unica energia" direi "unica sostanza", dato che l'energia cosmica (Shakti) è la prima dualità, il non duale è la consapevolezza originale.
Per quanto riguarda il libero arbitrio, non può esistere in senso assoluto, ma può esistere in senso relativo a dei criteri di scelta. E' chiaro però che questo vale solo per il corpo-mente, la consapevolezza pura è al di là dell'arbitrio.. -
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Lemure archivista ex fiancheggiatore del Dharma
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Però non è Buddhismo. Il fil rouge è "negare la sostanza" e queste clip vanno in direzione opposta parlando di energia e cose simili. Ogni parola o quasi tende in direzione opposta a quella dei suoni e delle lettere nel video. Come dicevo in tag non avrei voluto commentare per non sembrare quello che ha sempre da trovare qualcosa che non va. Diciamo che non spiegherei affatto così l'argomento della mancanza del sé.
Ma altrettanto dicevo che l'autore è professore di studi religiosi e quindi presuppongo che conosca bene l'argomento. Ho avanzato l'ipotesi che il pubblico USA sia così abbrutito e ignorante da rendere questo tipo di presentazione la strada più adatta. Intanto si parla di qualcosa che ha a che fare col proprio benessere in quanto non dipendente dal successo economico e questo per la mentalità di oltreoceano è probabilmente un grosso passo avanti.
La prospettiva buddhista sul libero arbitrio, a mia conoscenza è un po' differente da quella che esponi. Chiaramente se il post fosse comparso in una sezione non buddhista del forum poteva tranquillamente essere in linea con l'argomento della relativa sezione (che so, induismo, non so in dettaglio come viene affronato il problema del libero arbitrio tra le varie scuole e tradizioni).. -
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E' vero, siamo nella sezione del buddhismo Comunque il mio messaggio rimane valido, perché (personalmente) ritengo l'advaita come verità più profonda rispetto ad anatman. O meglio, anatman è vero riguardo al mondo delle percezioni/manifestazioni/dualità, se lo si trascende si trova il vero "io". Detto in poche parole, noi SIAMO l'anatman, SIAMO la vacuità, SIAMO il vuoto che agisce da testimone quando emana liberamente la manifestazione tramite la sua potenza divina.
Inutile dire che il Sangha dei tempi antichi mi avrebbe additato come eretico e mandato dagli Induisti. -
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Lemure archivista ex fiancheggiatore del Dharma
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E' vero, siamo nella sezione del buddhismo Comunque il mio messaggio rimane valido, perché (personalmente) ritengo l'advaita come verità più profonda rispetto ad anatman. O meglio, anatman è vero riguardo al mondo delle percezioni/manifestazioni/dualità, se lo si trascende si trova il vero "io". Detto in poche parole, noi SIAMO l'anatman, SIAMO la vacuità, SIAMO il vuoto che agisce da testimone quando emana liberamente la manifestazione tramite la sua potenza divina.
Inutile dire che il Sangha dei tempi antichi mi avrebbe additato come eretico e mandato dagli Induisti
Certo, capisco il punto di vista; una volta contestualizzato è valido quanto gli altri dato che sul piano oggettivo non possiamo provare o disprovare niente.
Sull'ultima frase non so. La scuola buddhista Vaibhàshika è di fatto un ponte a cavallo tra Induismo e Buddhismo e non credo sarebbe completamente infondato definire i vaibhàshika degli induisti (molto) dissidenti dato che molti elementi come ad esempio diverse opinioni sulla costituzione del mondo materiale sono stati incorporati di peso nel Buddhismo.
Chiaro che c'è un abisso, a cominciare proprio dalla questione dell'atman. Difatti la definizione più succinta dei proponenti di quella scuola è circa "quelli che negano un sé unitario, permanente e indipendente". Come vedi gli elementi fondativi della differenza sono solo questi tre e non ne manca nessuno.
Probabilmente anche allora andavano d'accordo in uno spirito tipicamente indiano. Ovviamente credo sia sicuro che nel dibattito dottrinale si scannassero amichevolmente tra loro.