Teoria M e Buddhismo

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    Vado subito al punto. Secondo la teoria M, teoria che non è ancora stata dimostrata, ma che si sta tentando di dimostrare perché tutti i calcoli vanno in quella direzione (se qualcuno ne sa di più non esiti a smentirmi), esisterebbero dieci dimensioni, oltre le tre in cui siamo abituati a vivere. Ora, per capirci il tempo sarebbe la quarta dimensione, che nella nostra realtà matematicamente viene visto come un punto, il che significa che a livello di percezioni gli umani vivono il tempo con la sensazione di avere un passato, presente, futuro. Al di là del fatto che persino Einstein nell’ultima fase della sua vita aveva cominciato a studiare il tempo, che secondo lui era un’illusione, se noi analizziamo la teoria M e la compariamo con Buddhismo e Cristianesimo, ma anche induismo, escono fuori sconcertanti punti di contatto. In una certa lettera (non ricordo quale) San Paolo dice di amare in lunghezza, altezza, profondità e larghezza (quattro dimensioni anziché tre) e questo mi sembra un messaggio cifrato. Nel Buddhismo ci sono riferimenti ai dieci mondi (animalità, umanità, deva e altri), che potrebbero essere comparabili alle dieci dimensioni in cui l’egoismo, ciò che impedisce di giungere alla buddhita’, nel caso di un essere infernale per esempio farebbe vivere tutto come un punto, perché si ha una sola dimensione in cui l’univa cosa che conta è se stessi, provando di conseguenza dolore per la limitatezza della propria mente. Gli induisti dicono che l’universo che percepiamo è una piccolissima parte, e che sostanzialmente viviamo in un fiore di loto, forma che non vorrei sbagliarmi ma ricorda quella delle dieci dimensioni come teorizzato dalla teoria M (su questo punto zoppico un po’). Cosa ne pensate?
     
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    Vorrei proporre due mie riflessioni.

    Per quanto riguarda i cosidetti punti di contatto tra diverse tradizioni spirituali io non ne sarei così sicuro. Ogni tradizione spirituale nasce in un contesto ben specifico, con una visione del mondo ben specifica. Prendere parole dalle scritture di diverse tradizioni, riempiendole di significati diversi da quelli che avevano nella mente degli autori originali, in base al loro contesto storico-culturale, non ha alcun senso secondo me. E' un po' l'errore di quelli che vogliono vedere a tutti i costi Gesù come un bodhisattva, quando il messaggio del Gesù storico (così come quello del Gesù dei vangeli) non ha nulla a che fare col buddhismo.

    In secondo luogo, credo che in futuro sapremo molte più cose sulla realtà di quante ne sappiamo ora, ma non arriveremo mai a comprenderla del tutto. In ogni caso, non mi pare che ci possano essere problemi con tale visione del mondo col buddhismo, considerando la natura orto-pratica di questo. A meno che non si tirino fuori divinità creatrici, che andrebbero in diretto contrasto con l'idea ciclica del samsara, con la vacuità, l'impermanenza e il non-sé, non penso ci siano particolari problemi.
     
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