Rinascita. Che confusione!

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    Navigando tra i vari forum e gruppi social che parlano di buddhismo, ho notato un'enorme confusione sul tema della rinascita.

    Innanzitutto, ho visto una confusione enorme sull'uso dei termini "rinascita", "reincarnazione" e "rimanifestazione". In secondo luogo, ho notato che c'è molta confusione sul cosa rinasca. La mente? Il karma?
    Alcuni negano persino la rinascita.

    Io stesso sono confuso da tutta questa confusione sull'argomento.

    Avete notato anche voi la confusione? E secondo voi cosa servirebbe per fare chiarezza sull'argomento?
     
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    Lemure archivista ex fiancheggiatore del Dharma

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    A quanto ne so: rinascita è quella degli esseri ordinari (come sicuramente me) che non hanno controllo sul karma. Reincarnazione è quella degli esseri che invece possono farlo e decidere quando, come, dove, perché, eccetera. E' associata (come uso del termine, intendo) a un continuum mentale di un essere umano che non ha finito un compito e lo riprende, tipicamente guidare discepoli o monastero, eccetera; non è ancora un buddha. Manifestazione è quando un buddha decide di prendere un corpo che può pure essere un animale, come ben descritto dai jataka.

    Edited by swami chandraramabubu sfigananda - 11/11/2023, 08:11 PM
     
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    Sempre un Cane Randagio

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    ci sarebbe molto da dire, anche sul pensiero e credenza personale, ma evito.

    Invece noto anche io che ci sia molta confusione, soprattutto sui termini, ad esempio c'è chi dice che l'anima (jiva) non si reincarna o non rinasce, e l'inghippo credo sia proprio sul termine anima (jiva), che è preso dall' induismo, e quindi, forse, da un concetto di fondo diverso....

    Inoltre, ho notato spesso, che i maestri usano "continuum mentale", e già il termine dà l'idea di cosa sia, ma non conosco precisamente cosa i maestri intendano, comunque posso ipotizzare.

    Ad esempio, in una pratica meditativa di Vajrasattva, Lama Zopa cita "avere queste impronte mentali nel mio continuum mentale è insopportabile...", in riferimento al karma negativo da purificare, quindi si evince che le impronte karmiche, o semi karmici, vengono portati in questo continuum mentale di vita in vita.

    Poi ci sarebbe, di conseguenza, tutto il discorso sul karma e sul quando matura, ma credo esula da questa risposta.

    Altra cosa da tenere in considerazione è che, ogni tanto, qualche praticante viene riconosciuto come reincarnazione di un maestro vissuto anni prima, l' esempio più calzante è il Dalai Lama, quini i maestri credono nella rinascita o reincarnazione. Da qui mi collego a una cosa molto importante...

    Dalla mia esperienza ho capito che è più opportuno leggere i libri ,articoli o pratiche dei maestri o, se sono di aiuto, libri di buddhistologi molto bravi, mi riferisco ai commentari o cose del genere, se dovessero servire.
    Ancora più opportuno e consigliato è seguire le lezioni, anche online, dei maestri.

    Personalmente ritengo i forum un luogo di contatto e condivisione, ma, a parte pochi casi, nelle varie discussioni si trova molta confusione, come hai potuto appurare, e questo è pericoloso perché potrebbe portare un neofita lontano dalla via, addirittura abbandonarla a causa della confusione, bisogna capire bene di chi ci si possa fidare, alcuni parlano solo con poca esperienza, altri con molta esperienza, altri sono confusi e non lo sanno, altri sono molto dotti ma senza esperienza, pochi sono dotti e con molta esperienza.

    Io stesso anni fà approdai qui sul forum, cercando qualche curiosità, mi imbattei in un post di arkeo e mi venne il mal di testa, se ricordo bene il tema era il sunyata 😂😂😂 poi capii che è una delle realizzazioni più difficili da ottenere, e che non se ne può parlare, comunque chiusi la pagina e andai a guardare un porno, no scherzo, chiusi la pagina e lasciai stare l'argomento.
     
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    QUOTE (Alessio Rando @ 11/11/2023, 17:04) 
    Io stesso sono confuso da tutta questa confusione sull'argomento.

    Avete notato anche voi la confusione? E secondo voi cosa servirebbe per fare chiarezza sull'argomento?

    ciao, buon giorno e buon week end

    non posso certo dire di essere un esperto sul tema in quanto, uno, non ho letto praticamente nulla. due, non sono stato in grado di vedere o constatare nulla al riguardo

    ma, a mio avviso, non e' affatto un problema e va assolutamente bene cosi'

    uno vede e constata quel che puo'. e quel che non puo', semplicemente, non lo constata. esprime un opinione personale vale a dire un interpretazione (che magari e' pure una cag*ta :D )

    a mio avviso, fanno 'fede' certamente le letture che sono state prodotte e tramandate dai Maestri che hanno visto con i dieci decimi delle aquile e si sono probabilmente spesi proprio per far si che altri esseri senzienti potessero leggere o, per lo meno, incuriosirsi

    quanto ti posso dire (nel mio piccolo ed ovviamente per quanto mi riguarda), e' che ho la nettissima sensazione che quanto descritto nei massimi sistemi, sia applicabile assolutamente anche ai minimi sistemi (al massimo posso arrivare a quelli ma sforzandomi di brutto :D )

    secondo me moriamo e 'trasmigriamo' ad ogni respiro. quello che ero 'io' ieri, non e' affatto e senza ombra di dubbio quello che sono 'io' oggi. al minimo basilare, per ragioni anagrafiche. ma ovviamente non solo

    e allora mi sovviene il passo di Siddhartha che ho letto proprio ieri (altrimenti non mi 'sovveniva' una minc*ia :D ). era molto bello e suonava piu' o meno cosi (perdona la libera reinterpretazione):

    forma, rupa, e' come una palla di schiuma fragile, transitoria

    sensazione, vedana, e' come una bolla d’acqua mutevole e passeggera

    percezione, sanna, e' come un miraggio illusorio e sfuggente

    formazione mentale, sankhara, e' come un frutto immaturo e incompleto

    coscienza, vinnana, e' come un inganno illusorio e non reale

    non so in che misura questo possa entrare nel merito del concetto di 'rinascita'. ma avverto distintamente che c'e' in un certo senso continuita'

    ho la netta sensazione che sia assimilabile ad un abbraccio che ci e' stato offerto
     
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    secondo me moriamo e 'trasmigriamo' ad ogni respiro. quello che ero 'io' ieri, non e' affatto e senza ombra di dubbio quello che sono 'io' oggi. al minimo basilare, per ragioni anagrafiche. ma ovviamente non solo

    e non solo secondo te, ma anche secondo il Buddha! :lol:
     
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    Io non so, più ci si addentra e più si esce con un gran casino nella testa e nell'anima :D
    Le bestie sono più fortunate..
    Auguriamoci che il prossimo giro la ruota si fermi su un montepremi decisamente migliore :)
     
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    CITAZIONE (eizo @ 12/11/2023, 15:34) 
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    secondo me moriamo e 'trasmigriamo' ad ogni respiro. quello che ero 'io' ieri, non e' affatto e senza ombra di dubbio quello che sono 'io' oggi. al minimo basilare, per ragioni anagrafiche. ma ovviamente non solo

    e non solo secondo te, ma anche secondo il Buddha! :lol:

    La rinascita post-mortem è un continuo e un estensione del processo che avviene in ogni singolo istante. Così come il nostro corpo, anche la nostra mente si trasforma in ogni istante della nostra vita. Quando il nostro corpo muore, la nostra mente continua a trasformarsi diventando un nuovo essere. Però è interessante notare come in questo processo di continua trasformazione vi sia una continuità.

    Perciò il Buddha poté ricordare (almeno secondo la tradizione) le sue vite passate, quando non era ancora Siddhartha Gautama, ma altre persone e altri esseri, però tra tutte quelle esistenze vi fu una continutà che lo portò a diventare alla fine l'illuminato.

    Edited by Alessio Rando - 13/11/2023, 09:58
     
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    CITAZIONE (Alessio Rando @ 11/11/2023, 18:04) 
    Navigando tra i vari forum e gruppi social che parlano di buddhismo, ho notato un'enorme confusione sul tema della rinascita.

    Innanzitutto, ho visto una confusione enorme sull'uso dei termini "rinascita", "reincarnazione" e "rimanifestazione". In secondo luogo, ho notato che c'è molta confusione sul cosa rinasca. La mente? Il karma?
    Alcuni negano persino la rinascita.

    Io stesso sono confuso da tutta questa confusione sull'argomento.

    Avete notato anche voi la confusione? E secondo voi cosa servirebbe per fare chiarezza sull'argomento?

    Considera anche l'opzione che non vi sia ne rinascita, ne reincarnazione, ne rimanifestazione visto che l'ego, rifiutandosi di concepire la sua NON esistenza è capace di inventarsi qualsiasi cosa (paradisi, altre dimensioni, ecc... ecc... ) pur di non accettare la sua scomparsa.
     
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    CITAZIONE (bluemax71 @ 7/12/2023, 14:57) 
    CITAZIONE (Alessio Rando @ 11/11/2023, 18:04) 
    Navigando tra i vari forum e gruppi social che parlano di buddhismo, ho notato un'enorme confusione sul tema della rinascita.

    Innanzitutto, ho visto una confusione enorme sull'uso dei termini "rinascita", "reincarnazione" e "rimanifestazione". In secondo luogo, ho notato che c'è molta confusione sul cosa rinasca. La mente? Il karma?
    Alcuni negano persino la rinascita.

    Io stesso sono confuso da tutta questa confusione sull'argomento.

    Avete notato anche voi la confusione? E secondo voi cosa servirebbe per fare chiarezza sull'argomento?

    Considera anche l'opzione che non vi sia ne rinascita, ne reincarnazione, ne rimanifestazione visto che l'ego, rifiutandosi di concepire la sua NON esistenza è capace di inventarsi qualsiasi cosa (paradisi, altre dimensioni, ecc... ecc... ) pur di non accettare la sua scomparsa.

    Il Buddha chiaramente nega il nichilismo così come nega l'eternalismo. Quindi parlare di scomparsa dell'ego, dal punto di vista del Buddha-Dharma, non è corretto.

    Oltretutto, dal punto di vista della verità assoluta non c'è un ego che nasce e quindi non c'è nemmeno un ego che scompare.
     
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    Dipende da cosa intendi per ego. L'Ego nasce nell'essere umano piu' o meno dopo un anno di vita, scompare ogni volta che dormi profondamente (detto in modo molto semplice) e scompare del tutto quando muori. Che vi sia un binario preferenziale per TE a differenza di ogni altra manifestazione (vivente e non) nell'universo la vedo dura... e detto tra noi... sarebbe non solo meglio, ma giusto che fosse in tal modo.

    La presunzione di "essere" genera a mio avviso mostri e storture mentali... ma questa è una mia opinione. Del resto penso che ognuno di noi, nel profondo e nel subconscio sappia che la realtà è molto divrsa da quella "sperata"
     
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    La presunzione di "essere" genera a mio avviso mostri e storture mentali...

    la presunzione di "ri-essere", più che altro... :lol:
     
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    CITAZIONE (bluemax71 @ 7/12/2023, 15:58) 
    Dipende da cosa intendi per ego. L'Ego nasce nell'essere umano piu' o meno dopo un anno di vita, scompare ogni volta che dormi profondamente (detto in modo molto semplice) e scompare del tutto quando muori. Che vi sia un binario preferenziale per TE a differenza di ogni altra manifestazione (vivente e non) nell'universo la vedo dura... e detto tra noi... sarebbe non solo meglio, ma giusto che fosse in tal modo.

    La presunzione di "essere" genera a mio avviso mostri e storture mentali... ma questa è una mia opinione. Del resto penso che ognuno di noi, nel profondo e nel subconscio sappia che la realtà è molto divrsa da quella "sperata"

    Non avendo l'ego una sostanzialità (è un'illusione della mente ordinaria), non può né nascere né morire, semplicemente perché non c'è.

    Riguardo alla questione della rinascita (o riesistenza), il Buddha mi pare chiaro. Egli rigetta l'eternalismo così come rigetta il nichilismo. Quindi da un punto di vista buddhista parlare di "nulla" dopo la morte, non è corretto; così come non è corretto d'altronde parlare di esistenza della persona dopo la morte.

    «Allora, Maestro Gotama, il Maestro Gotama sostiene questo: “un Tathāgata esiste dopo la morte: questa è la verità, tutto il resto è sbagliato”?”

    “Vaccha, io non sostengo questo: “un Tathāgata esiste dopo la morte: questa è la verità, tutto il resto è sbagliato””

    “Allora il Maestro Gotama sostiene questo: “un Tathāgata non esiste dopo la morte : questa è la verità, tutto il resto è sbagliato”?”

    “Vaccha, io non sostengo questo: “un Tathāgata non esiste dopo la morte: questa è la verità, tutto il resto è sbagliato””

    “Allora, Maestro Gotama, il Maestro Gotama sostiene questo: “un Tathāgata esiste e non esiste contemporaneamente dopo la morte: questa è la verità, tutto il resto è sbagliato”?”

    “Vaccha, io non sostengo questo: “un Tathāgata esiste e non esiste contemporaneamente dopo la morte: questa è la verità, tutto il resto è sbagliato””

    “Allora il Maestro Gotama sostiene questo: “un Tathāgata ne esiste ne non esiste dopo la morte: questa è la verità, tutto il resto è sbagliato”?”

    “Vaccha, io non sostengo questo: “un Tathāgata ne esiste ne non esiste dopo la morte: questa è la verità, tutto il resto è sbagliato””
    » (Aggi-Vacchagotta Sutta).
     
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    Riguardo alla questione della rinascita (o riesistenza), il Buddha mi pare chiaro. Egli rigetta l'eternalismo così come rigetta il nichilismo

    shakyamuni,
    quella creatura dispettosa,
    essendo apparso nel mondo,
    ahimè!, quante persone ha ingannato!


    (ikkyu sojun)

    :lol:
     
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    QUOTE (eizo @ 8/12/2023, 10:18) 
    QUOTE
    Riguardo alla questione della rinascita (o riesistenza), il Buddha mi pare chiaro. Egli rigetta l'eternalismo così come rigetta il nichilismo

    shakyamuni,
    quella creatura dispettosa,
    essendo apparso nel mondo,
    ahimè!, quante persone ha ingannato!


    (ikkyu sojun)

    :lol:

    trovo assolutamente affascinante constatare come ciascuno rifletta la propria sensibilita' come l'acqua di un lago riflette il cielo e le nuvole

    ne aggiungo un altra collegata (spero) al topic (meglio detto, la rubo, cosi' rifletto una riflessione pertanto 'meta-rifletto', non ci facciamo mancare nulla :D ma e' certamente piu chiara di quanto non riesca a essere io, e nel frattempo colgo anche l'occasione di linkare una risorsa che sto leggendo ripetutamente da giorni, (tanta, tanta roba... come si dice.. bisogna reiterare parecchio perche' ho la sensazione che sia come un elefante che bisogna mangiare a pezzetti :lol: ) di un autore che non conoscevo e che era stato invece piu' volte indicato come autorevole qui sul forum. pertanto grazie per avermi indotto a prestargli attenzione 🙏)

    ma passiamo, de repente, a vie di fatto che poi c'e' da correre

    La cognizione concettuale crea le apparenze di vera esistenza

    Le categorie concettuali fabbricate dalla cognizione concettuale sono rappresentazioni cognitive (snang-ba, apparenze mentali) non solo di ciò che sono le cose (parole, significati, interi, continuum, oggetti, tipi di cose e così via), ma anche di cose veramente esistenti in quel modo. Veramente esistente (bden-par grub-pa) qui significa realmente esistente in quel modo, indipendentemente dalla designazione.

    Pertanto la cognizione concettuale implica sempre l'apparenza di vera esistenza (bden-snang) o di dualismo (gnyis-snang). Ciò significa l'apparenza di "questo" e "quello" realmente esistenti - apparenze di elementi realmente esistenti in scatole o categorie fisse e concrete come "questo" o "quello".

    L'apparenza concettuale di "questo" e "quello" realmente esistenti, quindi, è alla base solo dell'immaginazione e del pensiero verbale e non è alla base della cognizione sensoriale, come la vista e l'udito. In altre parole, solo l'immaginazione e il pensiero verbali sono concettuali, perché solo creano le apparenze di "questo" e "quello" come realmente esistenti.

    Il percepire le apparenze di "questo" e "quello" realmente esistenti e il credere che corrispondano alla realtà (bden-'dzin, afferrarsi alla vera esistenza) avvengono simultaneamente e solo nell'immaginazione e nel pensiero verbale. Questo perché percepire e credere in “questo” e “quello” realmente esistenti sono la stessa attività da due soli punti di vista. In linguaggio tecnico, condividono la stessa natura essenziale (ngo-bo gcig). In altre parole, creare l'apparenza di un "questo" o "quello" veramente esistente si verifica solo quando crediamo nella vera esistenza, quando crediamo nelle scatole o categorie di "questo" e "quello".


    solamente un umile spunto di riflessione sul tema e l'espediente per postare un link che trovo davvero interessante :D
     
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    piccolo haijin

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    CITAZIONE (*Francesco @ 8/12/2023, 11:35) 
    CITAZIONE (eizo @ 8/12/2023, 10:18) 
    shakyamuni,
    quella creatura dispettosa,
    essendo apparso nel mondo,
    ahimè!, quante persone ha ingannato!


    (ikkyu sojun)

    :lol:

    trovo assolutamente affascinante constatare come ciascuno rifletta la propria sensibilita' come l'acqua di un lago riflette il cielo e le nuvole

    ne aggiungo un altra collegata (spero) al topic (meglio detto, la rubo, cosi' rifletto una riflessione pertanto 'meta-rifletto', non ci facciamo mancare nulla :D ma e' certamente piu chiara di quanto non riesca a essere io, e nel frattempo colgo anche l'occasione di linkare una risorsa che sto leggendo ripetutamente da giorni, (tanta, tanta roba... come si dice.. bisogna reiterare parecchio perche' ho la sensazione che sia come un elefante che bisogna mangiare a pezzetti :lol: ) di un autore che non conoscevo e che era stato invece piu' volte indicato come autorevole qui sul forum. pertanto grazie per avermi indotto a prestargli attenzione 🙏)

    ma passiamo, de repente, a vie di fatto che poi c'e' da correre

    La cognizione concettuale crea le apparenze di vera esistenza

    Le categorie concettuali fabbricate dalla cognizione concettuale sono rappresentazioni cognitive (snang-ba, apparenze mentali) non solo di ciò che sono le cose (parole, significati, interi, continuum, oggetti, tipi di cose e così via), ma anche di cose veramente esistenti in quel modo. Veramente esistente (bden-par grub-pa) qui significa realmente esistente in quel modo, indipendentemente dalla designazione.

    Pertanto la cognizione concettuale implica sempre l'apparenza di vera esistenza (bden-snang) o di dualismo (gnyis-snang). Ciò significa l'apparenza di "questo" e "quello" realmente esistenti - apparenze di elementi realmente esistenti in scatole o categorie fisse e concrete come "questo" o "quello".

    L'apparenza concettuale di "questo" e "quello" realmente esistenti, quindi, è alla base solo dell'immaginazione e del pensiero verbale e non è alla base della cognizione sensoriale, come la vista e l'udito. In altre parole, solo l'immaginazione e il pensiero verbali sono concettuali, perché solo creano le apparenze di "questo" e "quello" come realmente esistenti.

    Il percepire le apparenze di "questo" e "quello" realmente esistenti e il credere che corrispondano alla realtà (bden-'dzin, afferrarsi alla vera esistenza) avvengono simultaneamente e solo nell'immaginazione e nel pensiero verbale. Questo perché percepire e credere in “questo” e “quello” realmente esistenti sono la stessa attività da due soli punti di vista. In linguaggio tecnico, condividono la stessa natura essenziale (ngo-bo gcig). In altre parole, creare l'apparenza di un "questo" o "quello" veramente esistente si verifica solo quando crediamo nella vera esistenza, quando crediamo nelle scatole o categorie di "questo" e "quello".


    solamente un umile spunto di riflessione sul tema e l'espediente per postare un link che trovo davvero interessante :D

    nel mare della morte e della vita,
    la barca di chi si immerge
    viene caricata di "è" e "non è";
    ma se la barca si sfonda,
    tutti gli "è" e "non è" scompaiono


    (ikkyu sojun)

    ;)
     
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