Cosa pensare del Buddhismo Americano

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    18

    Status
    Anonymous
    In risposta ad una mia perplessità SCS un amico del forum molto autorevole e ascoltato ha affermato:

    <<anzitutto i testi sono stati tradotti in inglese e la terminologia si è formata negli States. La prima generazione di studiosi post-Tucci è stata tutta statunitense e hanno prodotto una quantità di materiale eccelserrimo. >>

    L’autore di questa affermazione si riferisce esclusivamente al buddhismo tibetano visto dagli States, la sua affermazione, però, può essere estesa a tutto il buddhismo occidentale. Basti pensare che la lingua franca del buddhismo occidentale non è il sanscrito neppure il pali, o altre lingue europee o addirittura asiatiche ma rigorosamente è l’inglese o meglio oggi l’americano, che domina sovrano.

    Stabilire se questo materiale è “eccelso” risulta leggermente più complicato da stabilire.

    Quindi per sapere alcune cose del buddhismo occidentale è , volente o nolente al buddhismo americano che bisogna rivolgersi (solo in seconda istanza a quello europeo, ben sapendo che i più ignorano totalmente quello asiatico) e che quindi va studiato con attenzione, non solamente per approfondimenti accademici ma anche per la pratica personale.
    Sarà questo che farò, facendolo in più riprese, su questo forum italiano, perché l’argomento è vasto e di difficile sintesi.

    Cominciamo dall’inizio.
    Come è stato ben notato da accademici americani ( in questo contesto mi rifaccio al lavoro di Richard Hughes Seager, ‘Buddhism in America’ ), alla base dell’interesse per l’Oriente vi sono i primi romantici trascendentalisti americani: Emerson, Whitman e Thoreau . Nomi poco conosciuti da noi ma che erano famosissimi nel Nord America. Autori importanti perché andarono a influenzare l’interesse per il buddhismo dei vari poeti e filosofi della Beat Generation.

    In seguito due furono in pratica gli avvenimenti che andarono ad influenzare tutto il buddhismo e le altre religioni asiatiche in America:
    - La Società Teosofica fondata nel 1875 a New York, realtà ancora ben viva nella religiosità New Age.
    - Il Parlamento Mondiale delle Religioni (The World's Parliament of Religions), tenutosi a Chicago
    nel 1893, che segna il debutto dell’interesse degli Stati Uniti verso le tre religioni asiatiche, l’induismo, il buddhismo e l’islam. Il Parlamento è anche visto come l'inizio del moderno movimento di dialogo interreligioso.

    Per ora mi fermo qui, alla prossima.
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Lemure archivista ex fiancheggiatore del Dharma

    Group
    Member
    Posts
    809
    Location
    Un luogo sempre troppo caldo

    Status
    Anonymous
    Ah grazie dell'immeritato apprezzamento. In effetti come spesso accade uno si cala nel contesto della questione anche perché si parlava di continuum mentale e questo automaticamente delimitava il campo di dialogo. Sono consapevole che ci sono anche cose orrende e penso che alcuni buddhsimsi "modernisti" vengano proprio se non dagli States almeno da angloparlanti. Chiaro che ogni fenomeno di una certa importaza si porta dietro tanto bene, tanto male, tante cose!
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    18

    Status
    Anonymous
    Non si sottolineerà mai abbastanza dell’importanza del Parlamento Mondiale delle Religioni per il buddhismo negli Stati Uniti e quindi per il buddhismo occidentale in generale.
    Due furono i personaggi importanti in quel periodo, uno era il teosofista Dharmapala che introdusse le prime conoscenze sul theravada al pubblico americano, e il modernista Shaku Soyen che fu l’iniziatore della conoscenza dello zen in occidente, soprattutto grazie al suo amico Sokei-an (che sposò la notissima Ruth Fuller) e ai suoi discepoli Nyogen Senzaki e al celeberrimo DT Suzuki. Fu Soyen che ispirò Paul Carus che fu il primo grande promotore ed editore americano di scritture buddiste.

    Sto correndo, ma devo sintetizzare al massimo.

    Dopo questi primi pionieri si arriva al "boom dello Zen" degli anni 50. Anche in questo contesto vi sono tre personaggi importanti: il già citato DT Suzuki, uno studente laico di Shaku Soyen, e Alan Watts, un ex sacerdote episcopale e divulgatore di religioni orientali e il pastore protestante l’americano Dwight Goddard molto letto dai beats.
    Grazie a questi famosi personaggi e ai poeti beats ( da segnalare soprattutto il poeta Gary Snyder che fu il primo divulgatore del collegamento tra la ricerca dell'illuminazione e l'uso di droghe, nota in seguito come la rivoluzione psichedelica o religione psichedelica, fenomeno molto vivo e vegeto come è illustrato da un notissimo sondaggio effettuata dalla rivista buddhista Tricycle.) prolungarono la loro influenza anche negli anni sessanta divulgando un approccio al buddhismo ancora famoso e seguito.
    Tutto cambia dopo che gli Stati Uniti vararono la legge del 1965 sull’immigrazione asiatica. Furono quindi aperti i confini agli asiatici (la legge sull'immigrazione prima era molto più restrittiva), arrivarono in gran numero portandosi al seguito le loro religioni, la loro spiritualità, i loro sacerdoti, aprirono i loro luoghi di culto, praticarono la loro magia, ecc.

    Grosso modo si può dire che lo Zen dominava gli anni 50/60, negli anni 70 arrivava il Dalai Lama e il buddhismo tibetano. Gli anni 80 furono completamente funestati dagli scandali, non si fecero mancare nulla: scandali sessuali, truffe economiche e non ultimo abuso di potere. Gli anni 90 e tutto il 2000 vi è stato un grande sforzo per tornare alla normalità, il tutto si fece stranamente ignorando quasi totalmente i migranti asiatici eppure presenti ormai numerosi sul suolo americano.
    Ultimamente domina sovrano incontrastato il “movimento di consapevolezza” o “movimento mindfulness” tradotto anche come “ piena coscienza”.
    Questo movimento si è espanso in più direzioni, Richard Hughes Seeager (autore che sto sintetizzando per i pigri che non amano leggere) cita alcuni esempi come la signora Sumi Loundon Kim, della soto zen, oppure il “buddhist geeks” di Vince Horm che potremmo tradurre il “buddhismo degli smanettoni” o infine Nichtern cresciuto nella comunità Shambhala fondata da Chogyam Trungpa. Basta cercarli nella rete e si hanno tutte le notizie in abbondanza.
    Torniamo ora alle tre grandi tradizioni sviluppate in America: il theravada, lo zen e il buddhismo tibetano.
    Questo alla prossima volta. A presto.
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    18

    Status
    Anonymous
    Nel mio ultimo intervento ho dimenticato di citare Noah Levine uno dei più noti rappresentanti del punk nel “mainstream della consapevolezza”. Fonda la cultura punk con la pratica insegnata da Jack Kornfield. Levine è un autore molto alla moda perché ha portato, come fecero per lo zen i vecchi beats, il suo dharma-punk (il suo libro Dharma Punx) nell’area dell’anticonformismo radicale e nella certezza che un ritorno ai Sutta – in questo simile a tutti i riformatori modernisti - sia alla base di un reale buddhismo americano. Convinto assertore che i buddhisti americani siano alla base di un futuro dharma del Nuovo Mondo con alla base la pratica della consapevolezza, metodo valido per tutti e tutto, metodo empirico e pragmatico di trasformazione interiore.
    A livello sociale è molto attivo tra i senzatetto, gli emarginati, i detenuti, i tossici e molto attento ai diritti umani dei “diversi” in generale.

    Ora è utile passare alla visione di come si sono diffuse le tre tradizioni più importanti: lo Zen, il Dalai Lama e il Theravada.

    Prima di iniziare sarebbe utile spendere due parole su due tradizioni che negli Stati Uniti hanno avuto un certo seguito e sono importanti.

    La prima realtà è senza dubbio l’organizzazione delle Chiese Buddhiste d'America (BCA). Questa chiesa è stata fondata dai giapponesi desiderosi di essere accettati dagli americani. La BCA (www.buddhistchurchesofamerica.org/) è stata fondata dalla Jodo Shinshu del ramo o tempio Nishi Hongwanji. Questo tipo di organizzazione non ha avuto nessun seguito in Europa, la Jodo Shinshu partendo dalla Germania e dalla Svizzera ha assunto altri metodi di diffusione con piccoli centri svincolati da un controllo centrale, il tutto è lasciato alla buona volontà dei loro discepoli e allo studio personale dell’opera di Shinran Shonin. Per questo motivo penso non sia necessario passare troppo tempo nello specificare il tipo speciale di organizzazione americana della BCA.

    La seconda grande realtà è la Soka Gakkai International-USA (SGI-USA) www.sgi-usa.org/ è il ramo americano della SGI di origine giapponese.
    Anche in questo caso non occorre dilungarsi perché in Italia la SGI-Italia è ben divulgata e approfondita.

    Ora credo che bisogna passare all’americanizzazione dello Zen.
    Va subito detto che dalla Francia è partito un enorme movimento Zen Soto (AZI) al seguito dell’influenza di Taisen Deshimaru ( www.zen-azi.org/) molto poco conosciuto negli Stati Uniti e quindi non ha un gran peso nello sviluppo dell’americanizzazione dello Zen.
    Lo Zen è un argomento vasto che bisogna in qualche modo conoscere per avere più chiaro cosa sia il buddhismo occidentale.
    Perciò continuo in seguito. Alla prossima volta.

     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    55

    Status
    Offline
    Tra i personaggi importanti nello zen americano non tralascerei Brad Warner.
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    18

    Status
    Anonymous
    Passiamo ora all’americanizzazione dello Zen. Argomento molto importante per il cosiddetto buddhismo occidentale.
    Prima cosa occorre precisare che lo Zen giapponese è debitore alla tradizione cinese Chan (Ch’an) e ai suoi lignaggi, come d’altronde sono debitori la tradizione Son coreana, la tradizione Thien vietnamita.
    Torniamo alla tradizione Zen giapponese e alle sue divisioni: la scuola Rinzai (fu Eisai che portò in Giappone il lignaggio cinese Linji), la scuola Soto (fu Dogen che portò in Giappone il lignaggio cinese Caodong); queste due scuole furono sviluppate nel periodo di Kamakura, mentre la terza scuola Obaku diffusa nel periodo Edo, che si ispirava alla tradizione Chan come veniva praticata che in quel periodo in Cina, che univa lo zazen con i koan, il buddhismo esoterico con l’amidismo.
    In America arrivarono le prima due scuole Zen giapponesi rivitalizzate in senso modernista, modernismo che nasceva dopo la prove impegnative dello smantellamento del clero tradizionale Zen durante il periodo Meiji. Dopo la sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale il clero Zen tentò di riorganizzarsi su due linee: uno tradizionale, con il tentativo di riorganizzazione la cura pastorale dei laici (funerali ecc.), l’altra con la modernizzazione e la propagazione della meditazione tra i laici. Fu quindi dopo la guerra e la cocente sconfitta subita dai giapponesi per opera delle forze armate statunitensi, che nei giapponesi nacque la strana idea che la terra d’elezione per il ramo modernista Zen fosse l’America. Così arrivarono in America i primi Roshi missionari giapponesi di chiara impostazione modernista.
    Importantissimo per questa corrente di pensiero è senz’altro il riformatore Haku’un Yasutani che dopo l’incontro con il maestro Zen (Roshi) Daiun Sogaku Harada un insegnante sia di Soto che di Rinzai, dette avvio al suo nuovo approccio che univa le due scuole e insegnava insieme sia ai monaci che ai laici. Alla fine Haku’un Yasutani interruppe i suoi legami con le istituzioni Zen Soto e Rinzai e fondò la sua scuola, la Sanbo Kyodan, o Raggrupamento dei Tre Tesori, una pratica aperta a tutti. Il lignaggio Harada-Yasutani ha avuto un larghissimo seguito in America (in Giappone fu in parte criticato) e in seguito nell’Occidente intero. Tra i nomi americani di questo lignaggio ci sono Philip Kapleau e Robert Aitken.

    Philip Kapleau è l’autore del libro più popolare tra i lettori/praticanti dello Zen in Occidente:’The Three Pillars of Zen: Teaching, Practice and Enlightenment’ tradotto in tutte le lingue principali d’occidente – in italiano tradotto con ‘I tre pilastri dello Zen. Insegnamento, pratica e illuminazione’ – sicuramente il primissimo testo in inglese che presentava lo Zen non come una filosofia ma come una Via di pratica, distanziava così di gran lunga i testi ampiamente superati di DT Suzuki e Watts.
    Kapleau fu il fondatore del primo istituto americano ‘Rochester Zen Center a Rochester’ (New York) del lignaggio di derivazione Sanbo Kyodan. Uno dei più importanti centri Zen di pratica degli Stati Uniti.
    Siccome vi è ancora tanto da dire continuo alla prossima volta.
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Lemure archivista ex fiancheggiatore del Dharma

    Group
    Member
    Posts
    809
    Location
    Un luogo sempre troppo caldo

    Status
    Anonymous
    Bellissimo anche questo, vado matto per il format "bignami" e seguo appassionatamente il thread ^_^
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    piccolo haijin

    Group
    Member
    Posts
    8,577

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Prima cosa occorre precisare che lo Zen giapponese è debitore alla tradizione cinese Chan (Ch’an) e ai suoi lignaggi, come d’altronde sono debitori la tradizione Son coreana, la tradizione Thien vietnamita.

    esatto, debitore nel senso che gli deve proprio la vita... senza il ch'an non sarebbe mai esistito lo zen, così come senza il daoismo non sarebbe mai esistito il ch'an.
    quindi lo zen e' due volte debitore

    CITAZIONE
    Il lignaggio Harada-Yasutani ha avuto un larghissimo seguito in America (in Giappone fu in parte criticato) e in seguito nell’Occidente intero. Tra i nomi americani di questo lignaggio ci sono Philip Kapleau e Robert Aitken.

    e criticato non senza ragione.
    Harada divenne infatti famoso per il suo motto del 1939:

    se ti ordinano di marciare, calpesta! se ti ordinano di sparare, premi il grilletto! questa è la manifestazione di saggezza più alta dell'illuminazione. l'unità tra guerra e Zen si estende su tutta la guerra santa ora in corso

    e da buon lignaggio gli faceva eco Yasutani:

    certo che bisogna uccidere, uccidere più nemici possibile. e' necessario combattere strenuamente e uccidere ogni soldato dell'esercito nemico. la ragione è che per poter trasmettere la compassione Buddhista e l'obbedienza alla sua perfezione è necessario assistere il bene e punire il male. fallire in ciò significa tradire la compassione e l'obbedienza. questa è una caratteristica speciale dei precetti del Buddhismo Mahayana

    azz! :lol:

    Edited by eizo - 12/1/2024, 13:48
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    18

    Status
    Anonymous
    Non sapendo bene se continuare questo modestissimo sforzo (visto lo scarsissimo interesse che ha provocato) oggi mi permetto di rispondere a due interventi che benignamente hanno voluto postare.

    Nel primo intervento SCS dichiarava la sua simpatia:

    <<bellissimo anche questo [credo che si riferisca al post], vado matto per il format "bignami" e seguo appassionatamente il thread >>

    Vorrei rispondere precisando che il mio scopo non è quello di fare un riassuntino stile ‘bignami’ per studentelli alle prime armi e vogliosi di superare, senza eccessivi sforzi un esamino scolastico. Il mio piccolissimo scopo è molto più complesso e perciò molto più
    impegnativo. Partendo dalla constatazione che del buddhismo in Occidente (o come in questo forum del buddhismo in Italia) manca un’esatta mappatura del territorio che si vorrebbe attraversare. Diventa essenziale la visione di una “mappa” precisa del territorio, come mezzo iniziale per orientarsi in quello che altrimenti potrebbe risultare, e spesso risulta, un campo di esplorazione dove regna sovrana la confusione, questo a scapito della nostra vita spirituale.

    Nel secondo intervento eizo evidenziava <<criticato non senza ragione. Harada divenne infatti famoso per il suo motto del 1939 ….>> quindi eizo sembra approvare le severe critiche che Harada ha dovuto subire per le sue idee politiche dopo la seconda guerra mondiale nel Pacifico. L’opera emblematica su questo argomento è sicuramente il libro di parte dell'americano Brian Daizen Victoria nel suo celeberrimo testo “Zen At War”. Non è compito mio criticare questo libro e la sua visione politica, per quel che mi riguarda, pur non amando la politica, mi sembra che se volessimo esaminare le visioni politiche dei buddhisti occidentali vi sarebbe materiale per scrivere un’intera enciclopedia. Basti pensare che su questo forum di buddhismo è vietato parlare di “politica”.
    Passiamo a cose più serie. Sempre eizo evidenza una cosa importantissima, che secondo me andrebbe approfondita:
    <<...debitore [dello zen verso il chan] nel senso che gli deve proprio la vita... senza il ch'an non sarebbe mai esistito lo zen, così come senza il daoismo non sarebbe mai esistito il ch'an. Quindi lo zen e' due volte debitore >>.

    Tutto parte dal sorriso di Mahakasyapa il primo Patriarca della scuola ‘dhyana’. Questa conosciuta leggenda o mito, narra come quando Brahma in visita al Buddha offrì una ghirlanda di fiori in cambio di insegnamenti. Il Buddha prese un fiore e sorrise senza dire una sola parola. Solo Mahakasyapa capì. Così è spiegata la celebre “ trasmissione speciale esterna dalle Scritture” della scuola ‘dhyana’.
    Per i cinesi appare subito chiaro che (come ha detto un moderno studioso parlando della scuola chan) “Se il buddhismo è il padre di questo prodigioso bambino, il taoismo è la madre.: ma è innegabile che il bambino assomiglia più alla madre che al padre”. Perciò sarebbe esatto parlare, a discapito di tutti i manuali occidentali o influenzati da loro, non di buddhismo chan ma più esattamente di ‘taoismo chan’. Appare perciò evidente che da Mahakasyapa partirono alcune scuole “indiane” dunque buddhiste, altre in Cina dunque taoiste. Per capire bene questo punto essenziale bisogna avere una certa conoscenza delle tre dottrine cinesi o ‘san jiao’. Come diceva un saggio cinese: “con un copricapo taoista, una veste buddhista e un paio di sandali confuciani, ho armonizzato le tre case in una sola grande famiglia”. I manuali occidentali continuano imperterriti, sistematicamente, a dispetto di tutto, affermare e divulgare l’errore che esista in Cina un taoismo (daoismo), un buddhismo e un confucianesimo come tre dottrine delimitate e chiaramente definite. Ai cinesi è invece chiarissima la nozione o il credo di ‘san jiao he yi’ i ‘tre in uno’ che sviluppa la nozione delle tre dottrine convergenti.

    Passiamo allo zen giapponese. Pensare che lo zen giapponese non sia altro che una copia del chan cinese è altrettanto un grave errore. I giapponesi sono shintoisti. Lo Shinto è sinonimo dell'espressione “Kami nagare no Michi” tradotto in “cammino che i Kami hanno seguito”. Quindi lo shintoismo è l’elemento base della spiritualità giapponese. Perciò come è corretto parlare di ‘taoismo chan’ e non di ‘buddhismo chan’ è altrettanto corretto parlare di ‘shintoismo zen’ e non di ‘buddhismo zen’. Sono pochi gli studiosi che sono consapevoli del fatto innegabile che lo ‘zen’ è stato in grado di raggiungere il punto culminante del suo sviluppo sotto l’influenza schiacciante dello shintoismo. Confondere lo ‘shintoismo zen’ con il ‘taoismo chan’ è un errore, sono due vie spirituali estremamente diverse e per nulla paragonabili dottrinalmente.

    So benissimo che le mie osservazioni possono stupire i fanatici lettori dei manuali accademici, e che non saranno così contenti di buttare tutto alle ortiche e cambiare il loro paradigma.
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    55

    Status
    Offline
    Spero che continui questo trend, lo trovo molto interessante!
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Lemure archivista ex fiancheggiatore del Dharma

    Group
    Member
    Posts
    809
    Location
    Un luogo sempre troppo caldo

    Status
    Anonymous
    QUOTE (SER GIO @ 1/22/2024, 04:28 PM) 
    Nel primo intervento SCS dichiarava la sua simpatia:

    <<bellissimo anche questo [credo che si riferisca al post], vado matto per il format "bignami" e seguo appassionatamente il thread >>

    Vorrei rispondere precisando che il mio scopo non è quello di fare un riassuntino stile ‘bignami’ per studentelli alle prime armi e vogliosi di superare, senza eccessivi sforzi un esamino scolastico. Il mio piccolissimo scopo è molto più complesso e perciò molto più
    impegnativo.

    Non ho la stessa tua opinione dei Bignamini. Per me sono sempre stati un eccellente strumento per tenere una mappa mentale del territorio, e il mio voleva essere uno dei migliori complimenti che io sia in grado di fare perché sono molto sensibile ai problemi dello studio e della comprensione. Il lavoro che stai portando avanti almeno a me è utilissimo e lo apprezzo.

    Ma sulla similitudine so di essere in netta minoranza, il giudizio medio sui Bignami è quello che hai già espresso e anche tutti i miei professori li detestavano :D

    Edited by swami chandraramabubu sfigananda - 1/22/2024, 06:36 PM
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    402

    Status
    Offline
    Personalmente leggo con interesse questo topic ma, essendo ignorante su tutta la linea, taccio su ciò che scrivete.
    Essendomi esposto, vorrei porti la seguente domanda:”Shunryu Suzuk che ruolo ha avuto nella diffusione del buddhismo in Occidente?”.
    Lo chiedo perché tempo fa vidi un video di un tempio americano, e forse l’aveva fondato lui, ma non ricordo.
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Lemure archivista ex fiancheggiatore del Dharma

    Group
    Member
    Posts
    809
    Location
    Un luogo sempre troppo caldo

    Status
    Anonymous
    QUOTE (SER GIO @ 1/22/2024, 04:28 PM) 
    So benissimo che le mie osservazioni possono stupire i fanatici lettori dei manuali accademici, e che non saranno così contenti di buttare tutto alle ortiche e cambiare il loro paradigma.

    L'immagine che ho io del Buddhismo giapponese è un po' diversa ovvero, molto a spanne che solo all'inizio della sua diffusione i kami vennero assimiliati alla cosmologia buddhista e che fu essenzialmente una questione di poteri politici contrapposti. Ma abbastanza presto i giapponesi fecero ordine e crearono la loro sintesi, chiaramente di forte impronta cinese. Ora, il punto nodale mi sembra capire se sussite un legame di mutua necessità tra la visione giapponese del cosmo e quella che con una felice espressione suona "la loro religione è l'estetica", che poi mi pare essere più fondativa della componente Ch'an cinese. Se questa relazione è dimostrata, ovvero abbiamo sufficienti documenti per sostenere che il culto dei kami è stato l'elemento principale cambio tranquillamente idea. E' solo come è nota a me la genesi del Buddhismo giapponese, se è diversa ne prendo atto senza problemi.

    Non solo, ma una buona metà di tutto il panorama è abbastanza conservatrice e il legame col Theravada è ancora molto avvertibile nonostante la sistematizzazione cinese dei testi che a sua volta è il risultato di come ricevettero il Buddhismo dall'India. Probabilmente ci saranno pochi monasteri Thera in Giappone ma che io sappia il legame è avvertito e tenuto ben consapevole.

    Ovviamente non sono un fanatico lettore dei manuali accademici, mi piacerebbe proprio ma è roba un po' complicata per me.
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    piccolo haijin

    Group
    Member
    Posts
    8,577

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Non sapendo bene se continuare questo modestissimo sforzo (visto lo scarsissimo interesse che ha provocato) oggi mi permetto di rispondere a due interventi che benignamente hanno voluto postare

    a me personalmente farebbe piacere, e anche molto, che tu continuassi

    CITAZIONE
    Nel secondo intervento eizo evidenziava <<criticato non senza ragione. Harada divenne infatti famoso per il suo motto del 1939 ….>> quindi eizo sembra approvare le severe critiche che Harada ha dovuto subire per le sue idee politiche dopo la seconda guerra mondiale nel Pacifico. L’opera emblematica su questo argomento è sicuramente il libro di parte dell'americano Brian Daizen Victoria nel suo celeberrimo testo “Zen At War”. Non è compito mio criticare questo libro e la sua visione politica, per quel che mi riguarda, pur non amando la politica, mi sembra che se volessimo esaminare le visioni politiche dei buddhisti occidentali vi sarebbe materiale per scrivere un’intera enciclopedia. Basti pensare che su questo forum di buddhismo è vietato parlare di “politica”

    non amo neanch'io la politica, al punto da ignorarla in toto.
    del resto approvo certamente le critiche fatte ad harada e yasutani, ma nonostante abbia letto il libro di cui parli ne non ne faccio per l'appunto una questione politica, anzi.
    e non ne voglio fare neanche una questione morale.
    semplicemente e umanamente compatisco - sorridendo perlatro come avrai notato in calce al mio intervento - la loro profonda ignoranza - altrimenti detta avidyā in termini buddhisti - di vita in primis, e di tutto il resto poi.
    altro non aggiungo

    CITAZIONE
    Sempre eizo evidenza una cosa importantissima, che secondo me andrebbe approfondita:
    <<...debitore [dello zen verso il chan] nel senso che gli deve proprio la vita... senza il ch'an non sarebbe mai esistito lo zen, così come senza il daoismo non sarebbe mai esistito il ch'an. Quindi lo zen e' due volte debitore >>.

    Tutto parte dal sorriso di Mahakasyapa il primo Patriarca della scuola ‘dhyana’. Questa conosciuta leggenda o mito, narra come quando Brahma in visita al Buddha offrì una ghirlanda di fiori in cambio di insegnamenti. Il Buddha prese un fiore e sorrise senza dire una sola parola. Solo Mahakasyapa capì. Così è spiegata la celebre “ trasmissione speciale esterna dalle Scritture” della scuola ‘dhyana’.
    Per i cinesi appare subito chiaro che (come ha detto un moderno studioso parlando della scuola chan) “Se il buddhismo è il padre di questo prodigioso bambino, il taoismo è la madre.: ma è innegabile che il bambino assomiglia più alla madre che al padre”. Perciò sarebbe esatto parlare, a discapito di tutti i manuali occidentali o influenzati da loro, non di buddhismo chan ma più esattamente di ‘taoismo chan’. Appare perciò evidente che da Mahakasyapa partirono alcune scuole “indiane” dunque buddhiste, altre in Cina dunque taoiste. Per capire bene questo punto essenziale bisogna avere una certa conoscenza delle tre dottrine cinesi o ‘san jiao’. Come diceva un saggio cinese: “con un copricapo taoista, una veste buddhista e un paio di sandali confuciani, ho armonizzato le tre case in una sola grande famiglia”. I manuali occidentali continuano imperterriti, sistematicamente, a dispetto di tutto, affermare e divulgare l’errore che esista in Cina un taoismo (daoismo), un buddhismo e un confucianesimo come tre dottrine delimitate e chiaramente definite. Ai cinesi è invece chiarissima la nozione o il credo di ‘san jiao he yi’ i ‘tre in uno’ che sviluppa la nozione delle tre dottrine convergenti.

    Passiamo allo zen giapponese. Pensare che lo zen giapponese non sia altro che una copia del chan cinese è altrettanto un grave errore. I giapponesi sono shintoisti. Lo Shinto è sinonimo dell'espressione “Kami nagare no Michi” tradotto in “cammino che i Kami hanno seguito”. Quindi lo shintoismo è l’elemento base della spiritualità giapponese. Perciò come è corretto parlare di ‘taoismo chan’ e non di ‘buddhismo chan’ è altrettanto corretto parlare di ‘shintoismo zen’ e non di ‘buddhismo zen’. Sono pochi gli studiosi che sono consapevoli del fatto innegabile che lo ‘zen’ è stato in grado di raggiungere il punto culminante del suo sviluppo sotto l’influenza schiacciante dello shintoismo. Confondere lo ‘shintoismo zen’ con il ‘taoismo chan’ è un errore, sono due vie spirituali estremamente diverse e per nulla paragonabili dottrinalmente.

    So benissimo che le mie osservazioni possono stupire i fanatici lettori dei manuali accademici, e che non saranno così contenti di buttare tutto alle ortiche e cambiare il loro paradigma.

    tutto ottimamente scritto. grazie :)
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    18

    Status
    Anonymous
    Preso atto della domanda di Denomico penso non sia completamente inutile il mio piccolo sforzo. Cercherò di continuare velocemente con l’americanizzazione dello zen giapponese (in questo senso è sicuramente l’esperimento maggiore – lo zen è considerato come la principale forma di meditazione americano – nel tentativo di rimodellare la spiritualità asiatica, esperimento non amato da tutti, anzi è spesso considerato un modello molto temuto, vedendo in esso un preoccupante declino del dharma in generale) per poi passare all’americanizzazione del “buddhismo tibetano” e delle varie tradizioni del “theravada” e altre forme spirituali come quelle cinesi, vietnamite e coreane.

    Eravamo rimasti al lignaggio Harada-Yasutani e al suo divulgatore Philip Kapleau. Tra i discepoli di Kapleau il più noto è senza dubbio il famoso Toni Packer che in seguito ruppe con Kapleau per fondare un suo gruppo in chiave post-tradizionale.
    Robert Aitken anche lui, come detto sopra debitore del lignaggio Harada-Yasutani,
    assieme alla moglie hanno fondato il Diamond Sangha, collegando sempre di più il buddhismo alla politica vissuta come un sempre maggiore attivismo sociale.

    Passiamo ora al più ortodosso lignaggio Rinzai. L’insegnamento rinzai e divulvato principalmente da due sacerdoti giapponesi Joshu Sasaki e Eido Tai Shimano, il primo ha fondato un grande centro a Los Ageles e l’altro a New York. Tutti due hanno mantenuto uno spirito più tradizionale giapponese rallentando al massimo l’americanizzazione della scuola rinzai.

    Passiamo quindi, sempre velocemente, al lignaggio Soto giapponese che ha avuto un grande successo in America grazie al lavoro di Shunryu Suzuki, che fondò il San Francisco Zen Center (SFZC) e Hakuyu Taizan Maezumi, che fondò il Centro Zen di Los Angeles ( ZCLA).

    Shunryu Suzuki dovette gestire la relazione tra la controcultura americana e il buddhismo. Dovette gestire molti suoi discepoli che erano tutti interamente coinvolti nel movimento 'flower power” in piena espansione, la sperimentazione dell’acido e i fautori dell’Età dell’Acquario gli hippy di San Francisco. Il suo insegnamento è stato raccolto, nel suo ormai un classico del buddhismo americano, “Zen Mind, Beginner's Mind “ tradotto anche in italiano “Mente zen, mente di principiante”


    Purtroppo Shunryu Suzuki morì troppo presto e il suo successore Richard Baker venne messo a capo del SFZC. In seguito Richard Baker venne coinvolto da diversi scandali, dette le dimissioni e per parare lo scandalo i componenti del SFZC decisero di rendere elettiva la funzione di responsabile del centro. Vennero elette due persone il primo Tenshin Reb Anderson e la seconda Zenkai Blanche Hartman, una delle prime abate donne americane che poi fu seguita da innumerevoli altre donne come insegnanti di zen americano.

    Passiamo sempre velocemente al secondo grande centro soto americano, lo ZCLA fondato dal giapponese Hakuyu Taizan Maezumi. Come per il centro precedente lo ZCLA è frequentato moltissimo da praticanti e insegnanti di sesso femminile, la più nota è senz’altro Charlotte Joko Beck (i suoi libri sono molto famosi).
    Il discepolo più importante di Maezumi Roshi fu sicuramente John Daido Loori noto tra i suoi discepoli come Daido Roshi fondatore dello Zen Mountain Monastery (ZMM).
    Lo ZMM si basa sul programma delle “Otto Porte dello Zen”, si veda per questo programma il libro del suo fondatore John Daido Loori, The Eight Gates of Zen: A Program of Zen Training e altri libri dello stesso autore.
    Per finire va citato anche Bernard Tetsugen Glassman (fondatore dello Zen Center of New York City, ZCNY) il discepolo più anziano di Maezumi Roshi, che viene visto come uno degli innovatori dello zen americano, volendo dare allo zen una parte socialmente più attiva, e quindi di cambiamento sociale e politico.

    Credo di aver detto tutto quello che può servire per avere una visione più precisa del contemporaneo zen americano e dei suoi possibili sviluppi futuri.


    Ora è tempo di lasciare lo zen americano e passare al lamaismo o buddhismo tibetano divulgato in America.
    Alla prossima.
     
    .
33 replies since 22/12/2023, 17:35   1259 views
  Share  
.