piccolo haijin
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quindi, il Buddha disse al Licchavi Vimalakirti: "Nobile figlio, quando tu vedesti il Tathagata, come lo hai visto?" Così indirizzato, il Licchavi Vimalakirti disse al Buddha: "Signore, quando io vidi il Tathagata, io lo vidi non vedendo alcun Tathagata. Perché? Io lo vidi come non-nato dal passato, non-passante nel futuro, e non-permanente nel tempo presente. Perché? Egli è l'essenza che è la realtà della materia, ma lui non è di materia. Egli è l'essenza che è la realtà della sensazione, ma lui non è la sensazione. Egli è l'essenza che è la realtà dell’intelletto, ma lui non è l’intelletto. Egli è l'essenza che è la realtà della motivazione, però lui non è la motivazione. Egli è l'essenza che è la realtà della coscienza, però lui non è la coscienza. Come l'elemento ‘spazio’, egli non dimora in nessuno dei quattro elementi. Trascendendo lo scopo dell’occhio, orecchio, naso, lingua, corpo, e mente, egli non è prodotto nei sei organi di senso. Egli non è coinvolto nei tre mondi, è libero dalle tre contaminazioni, è associato con la triplice liberazione, è dotato delle tre conoscenze, e ha davvero raggiunto l'irraggiungibile. "Il Tathagata è arrivato all'estremo del distacco riguardo a tutte le cose, eppure egli non è una limitazione alla realtà. Egli dimora nella realtà ultima, però non c'è relazione tra lui ed essa. Egli non è prodotto da cause, né dipende da condizioni. Egli è non senza caratteristiche, né ha una qualche caratteristica. Egli né ha una sola natura né nessuna diversità di nature. Egli non è una concezione, né una costruzione mentale, né è una non-concezione. Egli né è l'altra sponda, né questa sponda, né ciò che sta tra l’una e l’altra. Egli non è qui, né là né in nessun altro luogo. Egli non è né questo né quello. Non può essere scoperto dalla coscienza, né è inerente alla coscienza. Egli non è né oscurità né luce. Egli è né nome né simbolo. Non è né debole né forte. Non vive in nessun paese o direzione. Egli non è né buono né cattivo. Non è composto né non-composto. E non può essere né mostrato né spiegato come se avesse un qualunque significato. "Il Tathagata non è né la generosità né l'avidità, né la moralità né l'immoralità, né la tolleranza né la malevolenza, né lo sforzo né l'accidia, né la concentrazione né la distrazione, né la saggezza e né la stupidità. E’ inesprimibile. Egli non è né la verità né la falsità; né fuori dal mondo né mancanza di fuga dal mondo; né causa di coinvolgimento nel mondo né non-causa di coinvolgimento nel mondo; Egli è la cessazione di ogni teoria e di ogni pratica. Non è né un campo di meriti né un non-campo di meriti; Egli né è degno di offerte né indegno di offerte. Egli non è un oggetto, e non può essere contrattato. Non è un intero, né una aggregazione. Egli è al di sopra di tutti i calcoli. E’ totalmente ineguagliabile, purtuttavia è uguale alla realtà ultima delle cose. Egli è impareggiabile, specialmente nello sforzo. Egli supera ogni misura. Non va, non sta, e non passa oltre. Non è visto, né sentito, né distinto, né notato. E’ senza alcuna complessità, avendo raggiunto l'equanimità dell’onnisciente prajna. Equanime verso tutte le cose, egli non discrimina tra loro. Egli è senza rimpianti, senza eccessi, senza corruzione, senza intellettualizzazioni e senza concezioni. Egli è senza attività, senza nascita, senza avvenimenti, senza origine, senza produzione e senza non-produzione. Egli è senza paura e senza subcosciente; senza dolore, senza gioia e senza sforzi. Nessun insegnamento verbale potrà mai descriverlo. "Tale è il corpo del Tathagata e così egli dovrebbe essere visto. Chi lo vede così, lo vede veramente. Chi lo vede altrimenti, vede falsamente."
(vimalakirtinirdesasutra)
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