Il Dharma

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    (FONTE : Wikipedia del 06/10/2008, integrata con un post di AuspiciousMerit link)

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    Col termine Dharma si intendono sia le leggi che regolano tutto il tangibile, ma anche il sistema di insegnamenti e di precetti nucleo del Buddhismo stesso. Si intende con "rifugio nel Dharma" la fiducia totale e la disposizione a seguirne gli insegnamenti. Il Dharma è uno dei 3 gioielli nel Buddhismo.

    Il Buddhismo prevede il rifugio nei 3 gioielli (Buddha, Dharma, Sangha). Se si rifiutano il primo e il terzo e si segue solo il secondo di parla di Dharmaismo.

    Gli insegnamenti di Dharma sebbene estremamente eterogenei si conformano a questo nucleo centrale, che è il Nobile Ottuplice Sentiero.

    Perfezionamento mediante un corretto stile di vita

    1 - Retta Parola (sammā vācā) : Si tratta di una serie di precetti sull’uso del linguaggio. Bisogna astenersi dal dire il falso per vantaggio proprio o altrui, dal seminare discordia, dal rivolgersi ad altri in modo aggressivo o scortese, dall’intrattenersi su argomenti futili e insulsi (principalmente il gossip). “E cos’è la retta parola? Astenersi dal mentire, astenersi dalla parola che divide, astenersi dalla parola offensiva, astenersi dalle chiacchiere oziose: questa, o monaci, è la Retta Parola”

    2 - Retta Azione (sammā kammanta) : l'azione non motivata dalla ricerca di egoistici vantaggi, svolta senza attaccamento verso i suoi frutti. È anche "l'azione che si conforma correttamente alla situazione", nel senso in cui non c'è più distinzione fra l'azione individuale e personale e l'azione del karma cosmico in relazione all'evento in cui l'agire individuale e personale si determina. In questo caso il corretto agire individuale armonizza in modo talmente perfetto il karma specifico prodotto dall'azione individuale al karma cosmico, da non consentire più che il karma individuale si distingua da quello universale e di esso viene quindi a costituire una sua intima ed indistinguibile componente. Per questo motivo la "retta azione" è anche considerata un "agire senza agire".

    Viene spesso spiegato attraverso i Cinque Precetti, voti che il praticante buddhista laico prende:

    1- Astenersi dall’uccidere. Include l’essere il mandante di essa o approvarla, l’istigazione al suicidio e l’aborto.
    2- Astenersi dal prendere ciò che non ci viene dato
    3- Astenersi dal cattivo comportamento sessuale, particolarmente la violenza sessuale e l’adulterio, guardando alle donne non qualificate per il rapporto come madri, sorelle o figlie in base all’età
    4- Astenersi dalla menzogna
    5- Astenersi dalle sostanze intossicanti (alcol, droghe..)


    3 - Retta Condotta di vita (sammā ājīva) : vivere in modo equilibrato evitando gli eccessi, procurandosi un sostentamento adeguato con mezzi che non possano arrecare danno o sofferenza agli altri. Questo comporta anche la corretta padronanza delle proprie intenzioni, in modo che esse siano sempre orientate e dirette lungo la linea mediana di condotta di vita (majjhimā pāṭipada) attraverso una corretta azione (sammā kammanta).
    “Oh Monaci, un praticante laico non dovrebbe impegnarsi in cinque tipi di commerci. Quali cinque? Commercio di armi, commercio di esseri umani, commercio di carne, commercio di intossicanti, commercio di veleni”

    Perfezionamento mediante la meditazione

    4 - Retto Sforzo (sammā vāyāma) : lasciare andare gli stati non salutari e coltivare quelli salutari. Significa anche confidare nella bontà della propria pratica buddhista perseverando con un corretto ed equilibrato impegno nello sforzo, motivato dalla fede (saddhâ) che al buddhista praticante proviene dai risultati ottenuti nell'avanzamento lungo il persorso della propria personale realizzazione spirituale e nell'avanzamento verso una sempre maggiore capacità di esercitare una corretta azione (sammā kammanta) nella propria pratica buddhista.

    5 - Retta Consapevolezza (sammā sati) : La Retta Consapevolezza è costituita dalla pratica della Vipassana che, insieme alla Concentrazione, è la principale pratica di meditazione nel Theravada. Essa consiste essenzialmente nell’osservazione di tutti i fenomeni che accadono nel corpo e nella mente, ed ha quattro oggetti di osservazione: il corpo, le sensazioni, la mente e i dharma (in questo contesto ci si riferisce ai fenomeni mentali). Grazie alla corretta consapevolezza la mente si purifica dai suoi veli oscuratori, vedendo la vera natura delle cose, insoddisfacente, impermanente e vuota di sé. Grazie a ciò è possibile raggiungere la Liberazione
    6 - Retta pratica della meditazione (sammā samādhi) : la capacità di mantenere il corretto atteggiamento interiore che porta alla corretta padronanza di sé stessi durante la pratica della meditazione (dhyāna, sans., jhyāna, pāli, zanmai, giapp.).


    Perfezionamento mediante la saggezza

    7 - Retto intendimento (sammā diṭṭhi) : consiste nella conoscenza, dapprima teoretica, e poi assimilata attraverso la pratica, delle 4 Nobili Verità. Nel Mahasatipattana Sutta, uno dei più importanti discorsi di Buddha Shakyamuni nel Theravada, è scritto: “E cosa è, o monaci, la Retta Visione? Comprendere la sofferenza, comprendere l’origine della sofferenza, comprendere la fine della sofferenza e comprendere la via che conduce all’estinzione della sofferenza: questa è chiamata Retta Visione”

    8 - Retta risoluzione (sammā sankappa) : il corretto impegno sostenuto dalla corretta intenzione nel padroneggiare il trsna (l'attaccamento al desiderio di vivere, alla brama ed all'avidità di esistere, di divenire o di liberarsi, al desiderio di affermare il proprio «sé esistente») in modo da manterene la corretta aspirazione che consegue alla corretta motivazione, al fine di non lasciarsi condizionare dalla «sete di esistere», causa del Samsāra.
    Nel Magga-Vibhanga Sutta è scritto: “E cos’è il Retto Pensiero? Essere risoluti nella rinuncia, nella libertà dalle cattive intenzioni, nell’innoquità: questo è chiamato Retto Pensiero”.

    Edited by eidolon88 - 6/10/2008, 16:03
     
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