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(fonte : il sottoscritto )
Si dice Samsara la condizione tipica di un essere ordinario, che prevede un esistenza più o meno vantaggiosa in base al Karma prodotto dall' essere stesso. L' essere vive in uno dei sei regni sottostanti e si sposta tra essi con la morte/rinascita in base alla disposizione della sua mente.
I 6 Regni del Samsara
Regno Infernale
L' afflizione mentale che genera questo regno è l' odio e il desiderio di fare del male agli altri.
Chiaramente è un regno di immani sofferenze e viene descritto come suddiviso in 18 regni di cui 8 caldi (suppongo per l' odio manifesto e violento) e 8 freddi (suppongo per l' odio celato che porta a frodi e tradimenti) e 2 che non fanno parte di questi.
In questo regno ci si può finire "direttamente" per queste azioni (dette gravissime) commesse deliberatamente e non espiate nella vita stessa in cui sono state commesse :
- Uccidere il padre, la madre o un Arhat.
- Tentare di ferire, o peggio ancora uccidere, un Buddha.
- Creare di proposito gravi divisioni nel Sangha.
Regno degli Spiriti Affamati
L' afflizione mentale che genera questo regno è la brama e la cupidigia. Gli esseri (detti preta) sono spiriti che soffrono di una continua fame e sete. La loro impossibilità nel soddisfare questi stimoli è data da più fattori :
- Uno stomaco gigantesco e bocche grandi quanto un capello
- Un vagare continuo e disperato alla ricerca di cibo e acqua.
- Il cibo e l' acqua appena avvicinati a questi spiriti diventano per loro fonte di sofferenza e/o si tramutano in sostanza disgustose.
Regno degli Animali
L' afflizione mentale che genera questo regno è l' ignoranza, l' ottusità mentale. Questo regno (come quello umano) è molto variegato tra esistenze soddisfacenti e esistenze dolorosissime.
A differenza degli umani gli animali hanno molti meno mezzi per reagire al mondo esterno, devono lottare sempre per la loro vita e non possono intraprendere in autonomia una via spirituale.
Regno degli esseri Umani
L' afflizione mentale che genera questo regno è l' attaccamento alle passioni e il dubbio perenne riguardo la propria condotta. Nonostanze le varie sofferenze (quattro comuni ossia nascita, vecchiaia, malattia e morte altre varianti da persona a persona), l' esistenza umana è l' unica in grado di reagire attivamente al Samsara, intraprendendo un cammino spirituale, in questo caso il Dharma. Infatti è uno dei requisiti della cosiddetta "esistenza preziosa".
Regno degli Ashura
L' afflizione mentale che genera questo regno è l' invidia per chi ha condizioni di vita migliori. La vita qui è più piacevole, ma ci sono due sofferenze comunque presenti : l' invidia totale e l' astio verso i Deva, la cui condizione è immensamente più privilegiata e il dover comunque morire un giorno.
Regno dei Deva
L' afflizione mentale che genera questo regno è l' orgoglio di sè stessi.
Analogo alle varie concezione di Paradisi, e da non confondere con le Terre Pure, è un regno ricco di soddisfazione e di piaceri. Il tranello è che generalmente un Deva è così colto dalla soddisfazione dei sensi, da attaccarsi a quella condizione e smettere di liberarsi.
La sofferenza presente è il terrore della morte (in quanto l' esistenza successiva sarà sicuramente più svantaggiosa) conosciuta tempo prima che avvenga.
Collocazione spaziale dei Regni
I regni sono situati in diversi piani dell' esistenza, ad eccezione di quello umano e animale che condividono lo stesso ambiente e che interagiscono più frequentemente tra loro.
Temporaneità dell' esistenza in un regno
A differenza del paradiso e inferno monoteisti, eterni per definizione, ogni vita (come quella umana del resto) è temporanea. Anche nel caso di Devadatta (il cugino invidioso di Buddha Sakyamuni, che commise 2 gravi azioni ossia tentare di uccidere il cugino e dividere il neonato Sangha) la sua probabile permanenza all' inferno sarà lunghissima, ma non eterna.
Le terre pure
Esistono poi dei luoghi affrancati dal Samsara come le Terre Pure, come quella di Buddha Amithaba. Questi luoghi sono privilegiati, in quanto tutte le condizioni portano a un efficace apprendimento del Dharma portando in brevissimo tempo alla Liberazione.
Nel Buddhismo Nikaya
Per il Buddhismo dei Nikaya è il ciclo vitale al quale tutti gli esseri senzienti sono sottoposti data la condizione indisciplinata della loro mente. Accumulando karma negativo di fatto gli esseri senzienti si "condannano" ad una nuova rinascita di sofferenza in un livello inferiore dell'esistenza (es. nel "regno animale" o degli "spiriti") aumentando così la probabilità di essere più facilmente vittima delle emozioni perturbatrici e precipitare dunque in un livello ancora più basso d'esistenza. Anche l'accumulo di kamma (pāli, karma, sanscrito) positivo comporta una rinascita nel ciclo, anche se in condizioni più favorevoli, e, dato che è la vita in quanto tale che fa sperimentare la sofferenza (vedi Quattro Nobili Verità), la condizione migliore è quella di un abbandono del Samsāra (Nibbāna).
Nel Buddhismo Mahayana
Per le scuole del Buddhismo Mahayana non vi è invece differenza tra samsara e nirvana. È nel regno in cui la vita rinasce che si realizza il nirvana, ambedue i mondi sono vuoti (sunyata) di qualsiasi proprietà inerente. La realizzazione di questa profonda verità porta alla liberazione completa (bodhi). Così Nagarjuna:
« Non vi è la minima differenza fra samsara e nirvana, né la minima differenza fra nirvana e samsara »
(Madhyamakakarika, XXV, 19)
Lezione in Mp3 sul Samsara
FONTE : Wikipedia Link (ultima visita il 5 ottobre 2008).
Edited by eidolon88 - 26/11/2008, 16:03. -
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Ho visto il film Samsara alla televisione.
Mando la recensione che ho sul mio forum.
…dal film ” Samsara ”
…Taashi giovane monaco alla ricerca dell’illuminazione riceve una lettera da un anziano monaco del tempio in cui prima viveva, prima che questo muoia…Tashi aveva già abbandonato il tempio da molto tempo per attraversare quella vita di cui il tempio lo aveva ” privato “.
La lettera dell’anziano monaco dice:
” Mi rendo conto adesso che il mio cammino non è terminato e tornerò nel ciclo della trasmigrazione delle anime, nel Samsara, sò che prima o poi ci rincontreremo e spero vivamente che quando ci rivedremo tu sarai in grado di dirmi quale sia la cosa più importante: correre a dietro a migliaia di desideri o conquistarne uno solo.
Ti auguro ogni bene e felicità.”
Uno degli aspetti più affascinanti di Samsara è che si tratta di un viaggio di due ore in giro per il mondo: tra le località esplorate ci sono l’Angola, il Brasile, la Cina, la Danimarca, l’Egitto, l’Etiopia, la Francia, il Ghana, Hong Kong, l’India, l’Indonesia, Israele, l’Italia, il Giappone, la Giordania, il Mali, il Myanmar, la Namibia, le Filippine, l’Arabia Saudita, la Corea, la Thailandia, la Turchia, gli Emirati Arabi e gli USA. Non c’è un messaggio specifico né una particolare visione politico-sociale: “Ci siamo solo lasciati guidare dalle immagini - dicono gli autori - senza musica o effetti sonori. Abbiamo cominciato a formare dei blocchi e poi li abbiamo messi insieme quando ne avevamo abbastanza”.
MEDITANDO PER IL MONDO...
Insomma, montaggio intellettuale e associazioni di idee, su concetti tanto universali da risultare a tratti anche banali: la vita, la morte, il lavoro, lo sfruttamento, il rapporto con il sacro, l’arte, le danze, le ferite. Di tutto un po’. Antropologia dozzinale, volendo, ma probabilmente la totale assenza di contenuto è ricercata, per non distrarre dall’indiscutibile potenza delle immagini. Con i neri ancora più pieni e i bianchi ancora più luminosi, le spettacolari immagini di Samsara catturano lo spettatore come se si trattasse di uno splendido libro di fotografie in movimento.
Commento Finale:
Difficile giudicare Samsara come un film qualsiasi. Senza dialoghi, senza trama, senza temi o argomenti specifici, è un esperimento di grande potenza estetica a metà tra documentario concettuale ed esperienza meditativa alternativa. E naturalmente, la demo tecnica ideale per i nuovi proiettori Sony Digital 4k, in grado di rendere ancora più spettacolari le suggestive immagini, a volte tanto belle da risultare inquietanti, pervase da un costante sentimento di ‘sublime’ kantiano. In sala qualcuno lo ha definito “un incubo avventuroso”, e non è andato troppo distante dalla realtà.
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Correre dietro a migliaia di desideri secondo me è meglio!. -
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io l'ho visto un po di tempo fa "samsara", molto bello . -
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Non so se ti ricordi
Il film si conclude con queste parole
Come si può impedire ad una goccia d’acqua di asciugarsi?
Gettandola nel mare.
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La goccia che trova la sua casa nel mare, ovvero “non si asciuga”
Io penso che noi non moriremo mai perché nascendo siamo e restiamo parte dell'infinito.
grazie della risposta. -
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non la ricordavo sta frase, ma credo di averlo nell'hd , lo rivedro'!
si siamo parte dell'infinito, anche io lo penso!. -
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chiedi la frase a Google, vedrai che te la confermano. CITAZIONEsi siamo parte dell'infinito, anche io lo penso!
meno male che qualcuno la pensa come me!. -
Giampleuro.
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Bellissimo film...E' interessante come affronti il tema del desiderio, in un certo senso il film ammette che anche un buddhista ortodosso può sentire l' esigenza di fare delle esperienze nella vita prima di buttarsi in un percorso spirituale più ascetico... Fa riflettere molto . -
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a me è piaciuto per l'atmosfera che emana, così riflessiva nello splendore della natura. Le tante parole a volte non servono, bastano quelle giuste che il pensiero formula guardando il bello che ci circonda. . -
Giampleuro.
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a me è piaciuto per l'atmosfera che emana, così riflessiva nello splendore della natura. Le tante parole a volte non servono, bastano quelle giuste che il pensiero formula guardando il bello che ci circonda.
Come sei poetica
Comunque concordo, pochissimi dialoghi ma una scenografia e una trama molto intensi. -
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si, è una mia caratteristica, ho scritto diverse poesie. Grazie! . -
Giampleuro.
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si, è una mia caratteristica, ho scritto diverse poesie. Grazie!
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Ne mando una, le mie poesie sono un po ermetiche!
Leggiadria
Nasce il sentimento, impercettibile.
Quatto quatto aleggia,
ed è danza di fiocco di neve,
ed è ondeggio di piuma
e dipanar bambagia.
E poi si condensa,
vibra nelle fibre,
scende nelle vene,
e il sangue lo raccoglie
in rivoli irradianti
sensibili carezze.
Un anelito vola
e l'aria lo assapora.
Un fremito, un frullo,
e poi ecco i sensi
a raccogliere ogni sfumatura
e ad accendersi,
ad aprire l'involucro dell'uno
che aspira al due.
Leggiadria.. -
Liunzo.
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Bella fotografia, ma per il resto non mi ha entusiasmato come film, mi ha lasciato un po' di tristezza/amaro/malinconia...
Cmq trasmette molto il senso del titolo, e alla fine la pecora nera torna all'ovile.... -
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Non è un film allegro, ma a chi è predisposto a cercare i valori semplici nella contemplazione dona un senso di serenità. . -
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Vi riferite al film del 2001 o al documentario del 2011?
Modifica: scusate non avevo letto sopra, si tratta del film del 2001.